2013-12-20 15:48:07

Standard&Poor's abbassa il rating Ue. Padoan (Ocse): "Ripresa a diverse velocità"


Segnali contrastanti per l’economia europea. L’agenzia Standard and Poor’s ha abbassato il rating a lungo termine dell’Unione Europea da AAA ad AA+, citando una “debolezza generalizzata del credito” nei 28 Stati. D’altra parte, i principali indicatori economici sembrano indicare che la recessione sia ormai vicina alla fine. Ascoltiamo, nell’intervista di Davide Maggiore, l’analisi di Pier Carlo Padoan, capo economista e vicesegretario generale dell’Ocse:RealAudioMP3

R. – C’è una ripresa che va avanti a diverse velocità e la ripresa si proietta in un sistema globale ancora fragile. Quindi, bisogna sostenere la ripresa ma aggredire le debolezze strutturali che ci sono po’ dappertutto, nel mondo.

D. – Abbiamo parlato di squilibri, di diverse velocità della ripresa: più in particolare, per quanto riguarda l’Europa quali sono ancora le zone, le aree, le regioni che preoccupano?

R. – In Europa, ci sono diverse velocità però finalmente tutti i Paesi della zona euro avranno crescita positiva, e questo già è un risultato importante. Tutti i Paesi della zona euro – sia quelli cosiddetti sensibili, sia quelli al Nord – hanno bisogno di rafforzare le loro strutture economiche, migliorare la crescita potenziale e l’occupazione.

D. – Per ottenere questi obiettivi, c’è ancora bisogno di un intervento massiccio delle istituzioni europee, o i governi hanno gli strumenti per provvedere da soli? E cosa può fare ciascuno di questi attori?

R. – Le riforme strutturali sono innanzitutto compito dei singoli governi, ma si possono immaginare strumenti europei per facilitarle e per facilitarne l’implementazione.

D. – In generale, possiamo dire che l’austerity sia finita?

R. – L’austerity è finita perché la situazione fiscale dei Paesi della zona euro è molto migliore di quella – ad esempio – degli Stati Uniti o del Giappone. Il debito si sta stabilizzando e presto incomincerà a scendere. Quindi, l’austerità non è la priorità dei prossimi anni.

D. – Un commento sui risultati del vertice europeo di questi giorni, sull’Unione bancaria…

R. – Tendo ad essere tra quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno, perché si è messo in moto un meccanismo di mutualizzazione delle risorse e di accelerazione dei tempi decisionali che si rafforzerà con il tempo.

D. – La crisi, abbiamo detto, è finita dal punto di vista strettamente finanziario e degli indicatori. Però, gli effetti faticano a sentirsi sulla vita quotidiana: Confindustria parla di danni paragonabili a quelli di una guerra…

R. – E’ vero che i danni sono profondi, e ancora non li abbiamo misurati tutti, però questi danni sono diffusi in tutte le zone dell’economia globale. E infatti, bisognerà avere una visione per la ricostruzione dell’economia globale, non solo di quella italiana.







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