Il card. Koch: il patriarca Kirill ammira Papa Francesco
Il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità
dei Cristiani, ha concluso giovedì scorso un viaggio di sei giorni in Russia, con
tappe a San Pietroburgo e Mosca, dove ha incontrato vari rappresentanti della Chiesa
ortodossa e della Chiesa cattolica. Il porporato è stato ricevuto anche da Kirill,
patriarca di Mosca e di tutta la Russia, e ha incontrato il metropolita Hilarion,
presidente del Dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato,
che il 12 novembre scorso era stato a colloquio con Papa Francesco in Vaticano. Durante
la sua visita, dietro invito dell'arcivescovo Paolo Pezzi, ordinario dell'arcidiocesi
cattolica della Madre di Dio a Mosca, il cardinale Koch ha presieduto le celebrazioni
del giubileo della Basilica di Santa Caterina di Alessandria a San Pietroburgo, in
occasione dei suoi 250 anni. Mario Galgano ha chiesto al cardinale Kurt
Koch di parlarci in particolare del suo incontro con il Patriarca Kirill:
R.
– Es war das zweite Treffen: Das erste Mal war ich im März 2011 bei Seiner Heiligkeit
… Questo è stato il secondo incontro: la prima volta sono stato ricevuto da Sua
Santità il Patriarca Kirill nel marzo 2011; abbiamo affrontato diversi argomenti,
in primo luogo, ovviamente, il rapporto tra la Chiesa russo-ortodossa e la Chiesa
cattolica romana. Poi abbiamo valutato il proseguimento del dialogo in ambito teologico,
tra le Chiese ortodosse e la Chiesa cattolica, quindi le sfide che la società attuale
ci pone, a partire dai grandi mutamenti che sono avvenuti, e le rispose comuni che
possiamo dare. E poi ci ha molto impegnato anche la situazione mondiale, con particolare
riferimento alla Siria e al Medio Oriente.
D. – Si è parlato anche di un incontro
tra il Papa e il Patriarca? E se sì, cosa si può dire al riguardo?
R. – Ja,
darüber wird ja immer wieder gesprochen, das ist ja nicht das erste Mal; … Bè,
di questo si parla sempre, non è mica la prima volta! Il metropolita Hilarion, responsabile
dei rapporti ecumenici, ha sempre riassunto la questione in questi termini: “Più importante
della data dell’incontro, è la sua preparazione”, e questa opinione e convinzione
io condivido e sostengo: è bene che lo prepariamo bene e per fare questo ci vuole
tempo.
D. – Il Patriarca Kirill, che sicuramente segue quello che Papa Francesco
dice e fa, ha detto qualcosa di concreto in merito al Papa?
R. – Er ist sehr
erfreut über dieses Pontifikat, und hat das auch in seiner Ansprache … E’ molto
contento di questo Pontificato e lo ha espresso anche nel suo discorso di saluto:
ha detto che ammira quello che fa Papa Francesco, il suo modo di guidare la Chiesa,
come cura i rapporti con le persone e gli accenti particolari che il Papa ricerca
negli incontri con i poveri; ma anche la sfida particolare posta dalla condizione
della famiglia: con grande sensibilità, il Patriarca ha preso conoscenza del fatto
che il Papa conferisce grande valore al Sinodo dei Vescovi, e che il prossimo Sinodo
l’abbia dedicato al tema della famiglia.
D. – Con l’Ucraina, la situazione
è particolarmente tesa: si è parlato anche di questo? In senso ampio, sono coinvolte
anche le Chiese …
R. – Natürlich, die Ukraine ist ja ein Thema das die russisch-orthodoxe
Kirche immer … Naturalmente, perché quello dell’Ucraina è un argomento che è sempre
all’attenzione della Chiesa russo-ortodossa e insieme a questa, è tornata anche la
preoccupazione per la Chiesa greco-cattolica. Io credo che però che ci voglia ancora
tempo, e anche la presa di coscienza che le ferite ci sono da tutte e due le parti
e che bisogna avere cura che queste ferite non diventino più profonde: ma questo riguarda
tutte e due le parti. Poi si guarda, ovviamente, anche all’evoluzione politica in
Ucraina, che indica pericolosamente una scissione nel Paese: questa è una sfida grave.