Timor Est porta l'Australia davanti alla Corte Internazionale dell'Aja
La Repubblica di Timor Est, la più giovane nazione d'Asia, ha deciso di portare l'Australia
di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. L'accusa nei confronti
di Canberra è di spionaggio e sequestro di documenti riservati. Timor Est chiede che
i documenti vengano restituiti e che l'Australia si scusi ufficialmente per l'accaduto.
Stefano Vergine:
Al centro della
contesa c'è un grande giacimento di gas. Si chiama Greater Sunrise e ha un valore
stimato in circa 40 miliardi di dollari. Da questo giacimento dipende buona parte
dello sviluppo economico di Timor Est, che oltre ad essere un Paese cattolico in una
regione a maggioranza mussulmana, è anche una delle nazioni più povere al mondo. Il
giacimento sorge molto più vicino alla costa timorese che a quella australiana, ma
secondo il Trattato firmato nel 2006 i ricavi derivanti dallo sfruttamento devono
essere divisi a metà. L'accusa di Timor è che durante la trattativa per la firma dell'accordo,
i servizi segreti australiani hanno spiato la delegazione timorese riuscendo così
ad avvantaggiarsi di alcune informazioni riservate. Da qui la richiesta di cancellare
l'accordo, richiesta sottoposta due settimane fa alla Corte permanente di arbitrato.
Ora però Timor ha deciso di procedere contro Canberra anche davanti alla Corte Internazionale
di Giustizia. Due settimane fa i servizi segreti australiani hanno infatti sequestrato
dei documenti riservati all'avvocato che difende Timor. Un sequestro illegale - dice
il governo timorese – perché quei documenti proverebbero proprio lo spionaggio.