Nicaragua: per il problema delle carceri la Chiesa propone un dialogo nazionale
Di fronte al sovraffollamento, alle condizioni di degrado nelle carceri del Paese
e ai casi di abusi nelle carceri di Juigalpa, il vescovo di Juigalpa (zona di San
Juan e Rio Chontales), mons. René Sócrates Sándigo Jirón, ha suggerito al Ministro
del governo Ana Isabel Morales, di promuovere un dialogo nazionale per affrontare
la questione, al fine di unire gli sforzi nella ricerca di soluzioni adeguate. In
una nota pervenuta all’agenzia Fides da una fonte locale, si legge: "Le carceri sono
una bomba a orologeria, e malgrado questo, la Chiesa cattolica, nel corso degli anni
ha sempre dato il proprio sostegno per risolvere le esigenze dei detenuti". Mons.
Sándigo Jirón aggiunge: "prima c'era una maggiore disponibilità dei fedeli per questo
tipo di impegno e di aiuto. Oggi il canale di accesso ha molti ostacoli e questo ha
fatto sì che molti volontari non abbiano lo stesso entusiasmo, siano delusi e quindi
calano gli aiuti". Il vescovo insiste sulla necessità di "aprirsi al dialogo, alla
ricerca di una soluzione. Oggi dobbiamo ringraziare le informazioni che vengono dall’interno,
perché c'è un giornalismo investigativo, che mette in evidenza tali situazioni". Infine
ha ricordato che la Chiesa ha una vasta preoccupazione pastorale per tutta la popolazione,
ma la pastorale nelle carceri è una di quelle più importanti. In Nicaragua la Chiesa
cattolica, con i suoi operatori pastorali, è presente da sempre nelle carceri, non
solo per l'assistenza ai detenuti ma anche nella difesa dei loro diritti. Dalle notizie
raccolte da Fides, la situazione nelle carceri è tremenda: nelle celle costruite per
5 o 7 persone ce ne sono 40. I detenuti devono addirittura dormire a turno perché
non c'è posto se non in piedi (a Rivas). Ci sono luoghi come Juigalpa, Granada, Chinandega,
Tipitapa e Jinotega dove la popolazione delle carceri è di molto sopra la media. Sembra
che solo nella capitale la situazione sia sotto controllo. (R.P.)