Sud Sudan. Appello dei leader religiosi a fermare la violenza
“Qualsiasi cosa sia accaduta negli ultimi giorni a Juba, siamo molto preoccupati per
le conseguenze”: lo scrivono i leader religiosi del Sud Sudan in un messaggio diffuso
oggi mentre la situazione in città – teatro di scontri armati dalla notte di domenica
– non è ancora tornata alla normalità. “C’è un problema politico all’interno dell’Splm,
sottolineano i religiosi, che non andrebbe trasformato in uno scontro etnico. Purtroppo,
sul terreno, questo sta già accadendo. Ma è una deriva che va fermata prima che sia
troppo tardi”. I vescovi affermano che “la riconciliazione tra i leader politici è
necessaria” e che “la violenza non è in alcun modo accettabile come mezzo per risolvere
le controversie”. “Siamo preoccupati dall’insicurezza crescente. Oggi avrebbe dovuto
essere un giorno come tanti altri e invece combattimenti, uccisione e saccheggi sono
tuttora in corso. L’esercito dev’essere controllato. Chiediamo alle forze di sicurezza,
che sono i nostri fratelli, i nostri figli e i nostri cari, di esercitare il massimo
autocontrollo nel rispetto dei civili” prosegue il messaggio. “Esortiamo i civili
a restare calmi e a rimanere in luoghi sicuri” insistono i prelati, appellandosi alle
Nazioni Unite e alle ong sul posto “perché assicurino assistenza umanitaria agli sfollati”.
“Quest’anno il Natale si preannuncia diverso da come ci aspettavamo” conclude il testo
del messaggio, letto alla televisione nazionale e alla radio dall’arcivescovo di Juba
Paulino Lukudu Loro a nome dei rappresentanti delle chiese sud sudanesi, che invita
a “pregare per la pace, riconciliazione e guarigione del nostro giovane Paese”. (R.P.)