Aleppo sotto le bombe. Mons. Jeanbart: sparano anche sulle scuole, così uccidono la
Siria
Sono ripresi ieri mattina, per il quarto giorno consecutivo, i raid aerei del regime
siriano contro quartieri residenziali di Aleppo, nel nord del Paese. Lo riferiscono
testimoni sul posto. Non si hanno ancora notizie di vittime. Sono almeno 100 le persone
rimaste uccise negli attacchi dei giorni scorsi. Almeno una trentina sarebbero bambini.
Salvatore Sabatino ha intervistato mons. Jean-Clement Jeanbart, arcivescovo
melchita di Aleppo:
R. – Proiettili
e bombe cadono da ogni parte. Ci sono tantissimi morti, ma anche tanta distruzione.
Questa guerra adesso si svolge in una città piena di gente: a un certo punto non si
distingue più da dove vengono i proiettili, da dove cadono. Ci sono bombardamenti
aerei, bombardamenti da cannoni, bombardamenti da carri armati, ma anche colpi di
mortaio…
D. – Non vengono risparmiate nemmeno le scuole?
R. – Nemmeno
le scuole. In genere, vengono colpite e distrutte anche dai bombardamenti dell’opposizione.
Poi ,molti dei ribelli si mischiano tra la gente e provano, per quanto possibile,
a nascondersi tra gli abitanti e questo provoca stragi, la morte di tanti innocenti:
bambini, uomini, donne oltre ai combattenti.
D – A questo si va a sommare anche
la difficoltà che ha la comunità cristiana: abbiamo visto numerosi villaggi occupati
dagli islamisti che cercano di imporre le leggi coraniche…
R. - Ieri un sacerdote,
in un villaggio cristiano, ci ha comunicato che gli hanno impedito di mettere le croci
e di mostrare qualsiasi segno cristiano. Le donne devono uscire obbligatoriamente
con il velo, non si possono suonare le campane delle chiese…
D. – Tra l’altro,
si sta avvicinando il Natale, e questo è un Natale…
R. - …insanguinato, triste…
Ma speriamo, guardiamo con speranza a questo Natale, che ci porti una certa ragionevolezza
da parte di tutti e che tutti vadano con buone intenzioni all’incontro di “Ginevra
2”. Speriamo che questo incontro ci possa dare un inizio di pacificazione, di intesa
tra tutti. Il problema, però, è che non sono solo gli opponenti che sono in causa,
ma anche i fondamentalisti salafiti che sono entrati nel Paese da ogni parte: sono
decine di migliaia.
D. – Infatti, questa è una guerra che si sta complicando
sempre più…
R. - Sempre di più e ormai sentiamo che tanti si rendono conto
che la guerra è per distruggere la Siria, non per migliorare, o riformare, o creare
un Paese dove si possa vivere in pace e in calma. Non si sa più… è come la Torre di
Babele, come le invasioni barbariche del Medio Evo, anche di più: non credo che avessero
fatto tanto danno e tanta distruzione…