Germania. Oggi la fiducia del Bundestag alla grande coalizione
Ieri a Berlino Cristianodemocratici, cristianosociali e socialdemocratici hanno ufficialmente
firmato l’accordo di coalizione, il nuovo governo può partire. A firmare l’accordo
sono stati oltre al cancelliere Angela Merkel, il leader Spd, Sigmar Gabriel e il
leader Csu, Horst Seehofer, più altri sei esponenti dei rispettivi partiti che diventano
ora ministri nella grande coalizione. Giovanni Del Re:
La "grande
coalizione sta per grandi compiti", ha detto Merkel subita prima della firma. Tre
le priorità, ha detto: "solide finanze, sicurezza, e benessere sociale". L’Europa
ha però un ruolo meno rilevante nel programma. Ieri comunque la cancelliera è stata
accolta con applausi dal gruppo parlamentare degli ex nemici socialdemocratici. Questmattina
incontro di Merkel con il presidente della Repubblica Joachim Gauck per la nomina
e quindi il voto di fiducia al Bundestag, che può contare su 504 dei 631 voti complessivi.
Il nuovo governo conta nove uomini e sei donne, per un totale di cinque ministri per
la Cdu, tre per la Csu e sei per socialdemocratici. Tra i cristianodemocratici, oltre
alla stessa Merkel, c’è la prima donna in assoluto alla guida della Difesa, Ursula
von der Leyen. Al suo posto rimane invece il potente ministro delle Finanze Wolfgang
Schäuble. Presente per i socialdemocratici lo stesso leader Sigmar Gabriel, che sarà
vicecancelliere e ministro dell’Economia e dell’Energia. Ci sarà per la prima volta
una ministra figlia di immigrati, Aydan Oezoguz, per l’integrazione. E ritorna, dopo
quattro anni, al ministero degli Esteri un altro big socialdemocratico, Frank Walter
Steinmeier. Il quale accompagnerà la cancelliera domani a Parigi in visita dal presidente
francese François Hollande.
Oggi la rielezione formale della Merkel a capo
dell’esecutivo. Ma quale la ricaduta per l’Europa della nuova compagine di governo
tedesca? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Adriana Cerretelli, corrispondente
a Bruxelles per il Sole 24 Ore:
R. - Purtroppo
non ci saranno grandi ricadute per l’Europa, perché l’accordo di grande coalizione
– almeno così come è stato concepito – prevede certamente ricadute positive sulla
situazione economico sociale tedesca. Per esempio, prevede il salario minimo, quindi
una cerca flessibilità nella gestione della politica economica, con sensibilità sociale
che prima non era prevista; mentre, per quello che riguarda l’Europa il rigore previsto
nella gestione della governance europea resterà. Non si parla naturalmente di eurobond,
non si parla di esposizione in nessun modo di tipo solidaristico nell’unione bancaria
- che dovrebbe decollare alla fine dell’anno prossimo – perché, che siano di destra
o di sinistra, i tedeschi non vogliono rischiare nulla per le economie del Sud. Questo
è il messaggio che viene da questo nuovo accordo di grande coalizione per l’Europa.
D. – Questo accordo indica comunque che la posizione della Merkel è politicamente
più debole rispetto al passato?
R. – Sì e no. Nel senso che la Merkel comunque
per la terza volta è stata rieletta alla Cancelleria, non ce l’ha fatta per un soffio
ad avere la maggioranza assoluta; ha dovuto naturalmente allearsi con la Fpd ma la
Fpd, per quello che riguarda la crescita e la gestione della politica europea, si
dimostra perfettamente in linea con la Merkel. Quindi, la Merkel, sotto questo aspetto,
non esce per nulla indebolita da questo accordo.