La socialista Michelle Bachelet ribadisce la sua intenzione di portare avanti un programma
di profonde riforme, che includa "una Costituzione che diventi quel patto sociale
nuovo, moderno e rinnovato che il Cile chiede e di cui ha bisogno". Bachelet ha battuto
con oltre il 62% dei voti la candidata del centrodestra, Evelyn Matthei, nel ballottaggio
disputato domenica scorsa, dopo il primo turno del 17 novembre. Hanno partecipato
poco piu' di 5 milioni e mezzo di aventi diritto, su un totale di 13,5 milioni. Il
servizio di Francesca Ambrogetti:
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governo la sinistra in Cile, lo fa con l’impegno di riformare la Costituzione e di
affrontare il debito sociale in un Paese con i conti in ordine, ma con una concentrazione
della ricchezza tra le più alte in America Latina. Si è concluso così, dopo un solo
periodo, l’unica parentesi di destra da quando è tornata la democrazia. Michelle Bachelet
della coalizione di centrosinistra “Nuova maggioranza”, della quale per la prima volta
fa parte il partito comunista, ha vinto il ballottaggio con il 62 per cento dei voti.
Astensionismo record del 59 per cento, in Cile il voto non è obbligatorio: viene attribuita
al fatto che la sconfitta di Evelyn Matthei, del partito al governo, veniva data per
scontata. La proposta della candidata socialista di effettuare profonde riforme per
un Cile più giusto era stata accolta con la vittoria al primo turno e poi confermata
ieri. Bachelet, che sarà per la seconda volta presidente del Cile, nel suo primo intervento,
si è rivolta in particolare ai giovani, con la promessa di costruire un sistema educativo
pubblico, gratuito e di alta qualità. Durante il governo di Sebastián Piñera gli studenti
sono stati protagonisti di manifestazioni popolari per esigere una riforma all’educazione,
espressione anche di un malcontento più vasto. (Per la Radio Vaticana, Francesca
Ambrogetti)