2013-12-14 15:50:45

Somalia: gravi danni nel Puntland dopo le inondazioni, popolazioni allo stremo


All’inizio dello scorso novembre, forti piogge e inondazioni hanno colpito la regione somala del Puntland, provocando diverse centinaia di morti e danneggiando gravemente l’economia pastorale della zona. A varie settimane di distanza, qual è la situazione nella regione, un’area già tra le più disagiate della Somalia? Risponde, nell’intervista di Davide Maggiore, Francesca Pieralli, rappresentante per Kenya e Somalia della ong Comitato Collaborazione Medica:RealAudioMP3

R. – Il ciclone ha colpito prevalentemente la zona della costa orientale del Puntland. Attualmente le operazioni di soccorso sono in atto; le zone che un mese fa erano irraggiungibili adesso sono state, in qualche modo, rese raggiungibili. Anche se alcune delle strade principali sono ancora interrotte, è stato recuperato un accesso alla zona. I problemi maggiori sono stati i danni strutturali sia in termini di strutture pubbliche, quindi scuole centri di salute, sia di case private. In più, quello che ha colpito maggiormente la popolazione, è stata la perdita in termini di bestiame e di attrezzature per la pesca. Essendo quella una comunità prevalentemente pastorale e di pescatori, il danno economico è stato ingente.

D. - Quindi questo elemento rischia di incidere sulle condizioni di vita della popolazione anche a medio e forse anche a lungo termine?

R. - Purtroppo sì, nel senso che questo ciclone si è abbattuto in una zona già molto disagiata, marginalizzata e povera. Ovviamente, non è possibile sostituire tutti i capi di bestiame che sono andati persi perché si parla di decine di migliaia di unità. È più facile dal punto di vista della pesca rifornire le comunità delle attrezzature perdute e cominciare a risanare la zona in modo da poter ripristinare i pascoli che sono al momento allagati.

D. - Invece dal punto di vista sanitario, quali sono state le conseguenze del disastro naturale?

R. - La regione colpita si trova nella regione del Nugaal, il cui ospedale di riferimento è l’ospedale generale di Garowe, dove opera la Ccm, si trova a circa 250 kilometri di distanza dalla costa. Quindi, la situazione in termini sanitari nella regione è già molto precaria perché un ospedale su un’estensione così ampia è difficilmente raggiungibile da molte parti della popolazione. I pochi centri di salute che erano dislocati in queste aree più rurali sono andati parzialmente distrutti o comunque seriamente danneggiati. Quindi dal punto di vista sanitario l’emergenza si aggrava. Adesso, fortunatamente, sono riusciti a ripristinare il collegamento della strada principale; quindi per i pazienti più gravi è ancora possibile riferirli all’ospedale di Garowe, oppure a Nord nell’ospedale di Bosaso. Per la gestione delle malattie correnti anche legate all’acqua - parlo di colera, di polmonite, febbre, dissenteria – si stanno organizzando delle campagne di cliniche mobili di vaccinazioni di massa per rispondere all’emergenza in loco.

D. - Ccm non interviene direttamente nella risposta all’emergenza, ma ha da tempo delle attività sul territorio …

R. - Noi supportiamo l’ospedale di Garowe; proprio nel mese di settembre c’è stata una missione di due medici che si sono recati all’ospedale per un intervento di formazione dello staff. Quindi lo staff dell’ospedale è stato preparato a rispondere in maniera più adeguata a questo tipo di emergenza.

D. - La situazione dell’intera Somalia è molto precaria dal punto di vista della sicurezza. Questo ha influenzato in qualche modo le vostre attività umanitarie?

R. - In questa occasione specifica direi di no. Ciò non toglie che la situazione della sicurezza in Somalia è piuttosto precaria. Nel Puntland, per l’8 gennaio sono previste le elezioni, quindi è attualmente in corso la campagna dei vari candidati. Ci sono, in questo momento, movimenti di candidati ognuno con le proprie milizie, perciò lo stato di allerta è abbastanza alto. C’è stata una grande attenzione della Comunità internazionale nella preparazione di queste elezioni e si spera che tutto vada per il meglio.








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