Protesta dei "forconi", mons. Nosiglia: da non sottovalutare, politica sia vicina
alla gente
Prosegue la protesta dei cosiddetti “forconi” in Italia. Mercoledì prossimo si terrà
a Roma una grande manifestazione, con un presidio ad oltranza, ma non ci sarà alcun
corteo per evitare infiltrazioni che non appartengono al movimento. L'obiettivo –
affermano i promotori - è dimostrare al governo e agli italiani che si vuole arrivare
a “soluzioni in modo corretto" isolando i violenti. Sul clima di crescente tensione
e disagio sociale nel Paese, Luca Collodi ha sentito l’arcivescovo di Torino
Cesare Nosiglia:
R. – Quando
si esasperano i contrasti, quando i problemi non si risolvono, si tramandano e si
tramandano, l’esasperazione aumenta, anche perché la crisi è forte. Allora le recriminazioni
vengono, vengono spontanee e adesso sono esplose. Però bisogna che ogni protesta,
pur legittima, tenga conto di quelli che sono i principi della legalità, i diritti
di ogni cittadino ad usufruire dei servizi pubblici, a svolgere il proprio lavoro
senza intimidazioni e senza pressioni indebite, che alla fine poi si ritorcono contro
chi li compie.
D. – C’è la sensazione, mons. Nosiglia, che il sistema-Paese
stia vivendo un momento difficile e che la politica non rappresenti più il Paese reale…
R.
– Certamente c’è uno stacco notevole, però direi sul piano della politica nazionale,
perché sul piano degli enti locali - ed io ho a che fare con tanti enti locali - mi
sembra che ci sia molta più vicinanza con la gente. Invece a livello più alto, l’esempio
non è certo di questo genere! A me sembra che quello di cui il nostro sistema-Paese
ha bisogno è che i singoli comparti dialoghino e trovino il modo di pensare ad un
sistema integrato e non è un fatto di mercato: c’è anche il lavoro, c’è dentro anche
l’attenzione a tutte quelle realtà che sono parti integranti dell’opera produttiva
del nostro Paese, che sono poi le piccole aziende, i commercianti e le realtà di base.
Vedo che ciascuno fa un po’ “il si salvi chi può!”. Con questa espressione non si
costruisce niente!
D. – Lei pensa che questo movimento dei forconi o questa
protesta, così generalizzata, di gente che non ha rappresentanza sociale o partitica
sia un fenomeno da non sottovalutare?
R. - Certamente! E’ un fenomeno da non
sottovalutare, perché sappiamo bene che si parte sempre così e poi non si sa dove
si arriva. Tocca soprattutto alla politica fare la sua parte, ma poi tocca a tutti,
anche la Chiesa deve fare la sua parte per dare il proprio contributo. Io, come vescovo,
cerco di stare vicino e di aiutare chi soffre, chi è in difficoltà, anche di pregare,
perché anche questo è importante, affinché il Signore ispiri scelte di riconciliazione,
di pacificazione. Attivare un dialogo sempre più diretto e concreto con le persone,
anche con queste persone, io credo sia importante. I problemi di fondo vanno poi affrontati
con concretezza e bisogna che le persone si sentano rappresentate, al di là poi della
rappresentanza politica, e vedano che i problemi che pongono vengono presi in considerazione
e si cerca di risolverli.