Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella terza Domenica di Avvento, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Giovanni
Battista, che si trova in carcere, manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se sia
lui il Messia. Gesù risponde:
«Andate e riferite a Giovanni ciò che udite
e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati,
i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui
che non trova in me motivo di scandalo!».
Su questo brano evangelico ascoltiamo
una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio
Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
Giovanni Battista
è stato messo in carcere per aver detto la verità al tetrarca Erode: “Non ti è lecito
tenere con te la moglie di tuo fratello!” (cf Mt 14,3-4). E’ ormai lontano il giorno
in cui ha visto lo Spirito scendere su Gesù e lo ha indicato alle folle come colui
che Israele aspettava e forse sente vicina la morte… Allora manda alcuni dei suoi
discepoli a chiedere: “Sei tu colui che deve venire?”. È una domanda cruciale anche
per noi oggi. Stiamo vivendo il tempo di Avvento, l’attesa del Signore, ma è davvero
Lui che stiamo aspettando? O cosa stiamo aspettando realmente nella nostra vita? Gesù
indica i segni della sua missione: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i morti risuscitano…
e “beato chi non si scandalizza di me”, cioè della mia croce, del mio dare la vita
per gli ultimi, per i peccatori. E’ quello che Dio ha fatto con Israele quando arriva
al Sinai, venendo dall’Egitto, con tutte le ferite della schiavitù, è un popolo reso
“brutto” dall’idolatria e dal peccato. Ma Dio lo prepara per l’alleanza del Sinai
facendolo bello, curandolo da tutte le sue infermità, perdonando tutti i suoi peccati.
E, fatto nuovo, riceverà il dono sponsale della Torah, della Legge. L’avvento annuncia
la venuta dello “Sposo”. Egli viene a prendere per sé la sua “Sposa”, il suo popolo:
la comunità cristiana. Giovanni, il messaggero del Signore, “l’amico dello Sposo”,
è qui in mezzo a noi per preparare la sposa e farla bella per l’incontro nuziale.
Ma la sposa non può essere “canna sbattuta” da ogni vento di ideologia, non può addormentarsi
nelle comodità… Si rivesta della bellezza della profezia, della bellezza di Dio e
gli vada incontro.