Svizzera. Appello Caritas: maggiori tutele per i minori richiedenti asilo
Nella politica d’asilo, la Svizzera non rispetta i diritti fondamentali dell’infanzia:
è la denuncia della Caritas elvetica contenuta in una dichiarazione pubblicata questo
giovedì. Nel documento, si sottolinea che « quando arrivano nel Paese, i minori richiedenti
asilo non trovano né sistemazioni adatte, né cure appropriate, né aiuto per l’educazione
». Di qui, la richiesta di maggiori tutele per i giovani, tanto più che « ratificando,
nel 1997, la Convenzione delle Nazioni Unite relativa ai diritti dell’infanzia, la
Svizzera si è impegnata a prendersi cura dei minori in tutti gli ambiti statali ».
Un impegno che – denuncia ancora l’organizzazione caritativa – il Paese non rispetta,
in quanto diritti fondamentali dei bambini, come quello all’educazione o ad una qualità
di vita appropriata, non sono garantiti. « I minori che arrivano in Svizzera – continua
la nota – sono spesso traumatizzati dai pericoli che hanno corso nel loro viaggio
». Tuttavia, una volta giunti nel Paese elvetico, rimangono « in una situazione di
incertezza, a volte per diversi anni. E per di pù, quando raggiungono la maggiore
età, vengono rimpatriati ». Di qui, l’appello della Caritas affinché la politica nazionale
relativa al diritto di asilo si conformi rapidamente alla Convenzione Onu, anche grazie
ad alcune soluzioni pratiche, come « la reintroduzione della consegna delle richieste
d’asilo presso le Ambasciate, così da permettere ai minori una sistemazione più rapida
presso le famiglie d’accoglienza ed una scolarizzazione pressoché immediata ». Allo
stesso tempo, la Caritas insiste affinché i bambini e gli adolescenti richiedenti
asilo non siano tenuti in detenzione in vista del loro rimpatrio, non divengano oggetto
di « misure costrittive », ma sia « ascoltati » e tutelati, con « la garanzia del
permesso di soggiorno », dopo un determinato periodo. (I.P.)