2013-12-13 08:53:46

Sri Lanka: la Chiesa chiede un accordo tra le etnie per indagare sui crimini di guerra


Necessario un accordo tra il governo espressione della maggioranza singalese e la leadership politica della minoranza tamil del Nord del Paese per evitare interventi internazionali a scapito dell’orgoglio nazionale e dei rapporti con l’estero. Al centro - riferisce l'agenzia Misna - è la crescente pressione delle diplomazie per avviare un processo di riconciliazione che parta anzitutto dalle indagini sui crimini di guerra durante il conflitto quasi trentennale che ha provocato complessivamente tra 80.000 e 100.000 morti e sofferenze enormi, in particolare per i Tamil di origine indiana, stretti tra le offensive governative e una guerriglia spietata. A sostenere la necessità di un accordo tra le parti che eviti interferenze esterne è il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo e presidente della Conferenza episcopale catttolica dello Sri Lanka. La sua richiesta, espressa in una lettera pastorale, è diretta al Presidente Mahinda Rajapaksa e al principale movimento politico tamil, l’Alleanza nazionale tamil. Il cardinale ha rilevato la necessità di mettere da parte le divergenze e i sospetti per il bene del Paese. “Gli stranieri non dovrebbero dirci che cosa fare, non siamo degli stolti”, ha detto. “Tuttavia – ha aggiunto – se non risolviamo questi problemi ci apriremo a un intervento esterno”. Facendo leva sul nazionalismo e anche sul rifiuto finora espresso dal Presidente a ogni indagine indipendente, l’arcivescovo Ranjith ha anche ricordato al governo che dovrebbe essere suo compito concretizzare quanto previsto dalla sua stessa Commissione per le lezioni imparate e la riconciliazione. Il rischio è altrimenti di perdere la fiducia della comunità internazionale. Nella sua lettera pastorale, a nome della Chiesa srilankese, il porporato ha anche ricordato che sono molti quanti si trovano in carcere senza alcun atto di accusa formale. Questi casi, come pure il gran numero di scomparsi, devono essere altresì indagati in modo approfondito. In un momento di transizione per il Paese, la Chiesa locale cerca di far valere la propria autorità, comunque maggiore della consistenza numerica in un Paese a maggioranza buddhista, affinché si chiarisca la sorte di almeno 40.000 civili tamil vittime del conflitto terminato nel maggio 2009. Per la sua mancanza di cooperazione, lo Sri Lanka è stato colpito da due risoluzione di condanna delle Nazioni Unite, oltre a simili provvedimenti da parte di Stati Uniti e India. Attesa una risoluzione di condanna dell’Alto Commissariato Onu per i diritti umani se non ci saranno sviluppi sostanziali entro marzo 2014. (R.P.)







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