2013-12-13 11:53:16

Filippine: dopo il ciclone Haiyan si aggrava la piaga della tratta degli esseri umani


“La tratta delle persone è una vergogna, un crimine contro l’umanità. Dobbiamo unire le forze per liberare le vittime e per fermare questo crimine sempre più aggressivo”. Questo l’accorato appello di Papa Francesco, rivolto questo giovedì a un gruppo di ambasciatori. Intanto Manila, capitale delle Filippine – tra i Paesi più colpiti dal fenomeno – ha vissuto, sempre questo giovedì, una preghiera ecumenica promossa dalle diverse Chiese del Paese asiatico e da organizzazioni non governative, in occasione della Giornata internazionale contro la tratta. Sulla gravità del fenomeno nelle Filippine, Antonella Pilia ha intervistato Paolo Affatato, responsabile della redazione Asia dell’agenzia di stampa Fides:RealAudioMP3

R. – Le Filippine sono uno dei Paesi in testa alle classifiche mondiali per il tragico fenomeno della tratta degli esseri umani. Il fenomeno è gestito da organizzazioni criminali, che sono radicate nel territorio, ed è una piaga sociale che, da oltre un ventennio, diverse istituzioni e governi hanno segnalato e stanno cercando di contrastare in diverso modo. Però, solo negli ultimi dieci anni le organizzazioni della società civile hanno sensibilizzato molto la popolazione e le istituzioni per adottare dei provvedimenti legislativi ad hoc per poter fermare questa piaga. Il fenomeno riguarda in particolare le donne e i bambini, quindi le categorie più vulnerabili, vittime di prostituzione e sfruttamento sessuale, ma anche di pedofilia, adozioni illegali e traffico di organi. Tutte quelle attività definite crimini contro l‘umanità, che però collegano spesso le Filippine con Paesi occidentali.

D. – Questa situazione è diventata ancora più drammatica dopo il ciclone Hayan?

R. – Accade spesso che nelle emergenze umanitarie – a seguito di disastri come quello che ha riguardato la provincia di Leyte con il ciclone Haiyan – si crei una situazione favorevole per i trafficanti di esseri umani, soprattutto perché ci sono migliaia di persone abbandonate che non riescono a trovare i propri parenti, ci sono bambini che vagano fra le macerie alla ricerca di qualcuno che si prenda cura di loro. Ebbene, questi trafficanti approfittano di una situazione di emergenza per poter incrementare i loro traffici. Forse, non si hanno notizie dettagliate dell’emergenza dopo il tifone Haiyan, ma si ha l’esperienza dei disastri naturali degli anni scorsi, quando si è visto che il fenomeno della tratta di esseri umani ha avuto un’impennata. Comunque, già negli ultimi tempi il governo stesso delle Filippine ha inviato un warning, un avvertimento a tutti gli operatori umanitari che sono impegnati oggi nella provincia di Leyte, segnalando l’alto rischio del fenomeno della tratta degli esseri umani, del sequestro e del rapimento di bambini che possono essere sfruttati appunto per la pedofilia, per scopi di sfruttamento sessuale o per le adozioni illegali. Quindi, anche il governo ha riconosciuto il fenomeno e ha mandato un segnale di allarme nella situazione attuale.

D. – Iniziative di preghiera ecumenica come quella indetta ieri a Manila, secondo te, possono aiutare a combattere la piaga della tratta degli esseri umani?

R. – Tutte le iniziative culturali e religiose di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sono comunque utili. Le Chiese e le organizzazioni cattoliche e cristiane hanno una funzione educativa e sociale molto importante, perché sono spesso associazioni cristiane – come quella di padre Cullen, la “Fondazione Preda” – che si occupano del recupero delle persone colpite da questa piaga, cercando di reinserirle poi nel tessuto sociale e di salvarle dalle mani delle organizzazioni criminali. Celebrazioni e occasioni come quella di ieri sono molto importanti, proprio perché mostrano che la società è pronta ed è vigile nel contrastare questo fenomeno.







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