A 88 anni si è spento Benny Lai, decano dei vaticanisti italiani
È universalmente noto nel mondo del giornalismo come quello del “vaticanista” sia
un profilo specialistico molto particolare, che deve mettere insieme competenze trasversali
che superano i soli confini geografici da dove si governa la Chiesa universale. Benny
Lai – spentosi questo giovedì a Roma a 88 anni – le cose vaticane le ha raccontate
dal 1952 e questo significa aver esercitato competenze trasversali, imperniante su
uno sguardo fieramente difeso come “laico”, su fatti di cronaca che andavano consegnandosi
alla storia come eventi di portata eccezionale: l’ultima fase della Chiesa preconciliare,
quella del Vaticano II e del post-Concilio, con il complesso percorso di rinnovamento
intrecciato a quello di Pontificati altrettanto straordinari, come quelli succedutisi
negli ultimi 50 anni. Cosentino di Aprigliano, Benny Lai ha pubblicato i suoi articoli
sulle colonne di molti dei maggiori quotidiani italiani, dagli esordi alla Gazzetta
del Popolo fino a Repubblica, passando per il Resto del Carlino, la Nazione e il Giornale
diretto da Montanelli. Benny Lai è stato anche confidente e biografo del cardinale
arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri, primo presidente dei vescovi italiani, e un
saggista molto apprezzato per l’acume delle riflessioni, condite da una esperienza
che aveva pochi eguali e che lo rendeva tra i più giovani del mestiere un punto di
riferimento. (A cura di Alessandro De Carolis)