2013-12-12 14:23:14

Presentazione del Messaggio per la pace. Mons. Toso: fraternità, sfida per la politica e il bene comune


Ieri mattina in Sala stampa vaticana la presentazione del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace. Tra i temi toccati la pace in Siria, le tensioni in Ucraina e il sovraffollamento carcerario. La conferenza è stata seguita per noi da Paolo Ondarza:RealAudioMP3

“Senza la fraternità diviene arduo accettare e armonizzare le legittime differenze, vivere il perdono e la riconciliazione; è difficile sconfiggere la corruzione, l’evasione fiscale egoista, l’esclusione e l’inequità. La democrazia deve basarsi sulla fraternità. Essa è dunque un riferimento anche per gli attuali scenari di conflitti e tensioni", ha ricordato mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. “Se alla prossima conferenza di pace di Ginevra sulla Siria a gennaio 2014 le parti parleranno il linguaggio della fraternità”, ha poi aggiunto, “c’è speranza che si giunga ad una soluzione”:

“La fraternità ci obbliga, per l’appunto, a renderci conto che il bene, la pienezza umana degli altri è fondamentale per me. È fondamentale. E quindi anche in tutti i conflitti di tipo politico se si esaspera il punto di vista particolare e non si considera ciò che unisce - il basamento su cui appunto c’è questa unità - c’è il rischio di non realizzare il bene comune”.

La fraternità “consente di superare il divorzio che spesso si verifica tra classi dirigenti e cittadini rappresentati” chiamati a concorrere insieme al bene comune, ha proseguito mons. Toso, guardando alle tensioni in atto in Ucraina tra governo e dimostranti filoeuropeisti:

“Il principio della fraternità, come principio architettonico di vita sociale, dovrebbe fare scoprire il principio dell’autodeterminazione. Ogni popolo ha il diritto all’autodeterminazione e come deve essere realizzato questo principio di autodeterminazione? Attraverso la violenza? Piuttosto attraverso un referendum. Quelli che scendono in piazza avranno le forze, le capacità di proporre un referendum in modo che si possa realizzare un’autodeterminazione”?

“All’origine di tante povertà di tipo materiale sta una povertà relazionale”, ha detto ancora mons. Toso, evidenziando l’imprescindibile ruolo della famiglia, cellula della società, sorgente di fraternità. Politiche efficaci, ad esempio, per quanto riguarda le carceri devono ispirarsi alla fraternità:

“Le carceri sono un luogo di convivenza, non solo di affollamento. Allora, la fraternità non avrebbe nulla da dire circa l’organizzazione della vita nelle carceri”?

Ma per trovare compimento l’anelito umano alla fraternità deve fondarsi in Cristo. Privata del riferimento alla trascendenza, infatti, essa non riesce a sussistere perché siamo fratelli in quanto figli di uno stesso Dio:

“L’essere responsabili gli uni degli altri diventa più concreto se siamo responsabili dell’altro come un fratello, come uno che appartiene alla stessa umanità, come uno che – appunto – è da custodire e custodendolo, cresco io stesso”.

“La fraternità è una qualità umana essenziale, ma non automatica” evidenzia nel suo intervento il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, cardinale Peter Turkson, che - assente perché ancora non rientrato dal Sudafrica per le commemorazioni per Mandela - cita Benedetto XVI: “La globalizzazione ci rende vicini: ma non fratelli”. Il primo crimine – ricorda - fu il fratricidio di Caino contro Abele. Ogni soppressione di una vita innocente - aborto, assassinio, eutanasia, riduzione alla fame o guerra è, di fatto, fratricidio. Il porporato indica in Mandela un esempio che con la sua leadership ha facilitato la conversione dei cuori allontanandoli dal fratricidio. Poi il pensiero va al Natale ormai vicino, tempo di doni agli amici. Il card. Turkson ricorda la frase del Vangelo: “Se presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono e va prima a riconciliarti”. Oggi – ha concluso - i poveri e gli emarginati hanno “qualcosa contro di noi”: abbiamo mancato di rispettarli come fratelli e sorelle.

Ultimo aggiornamento: 13 dicembre







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