Crisi Ucraina. Condanna della comunità internazionale per le nuove violenze a Kiev
Ucraina. Condanna della comunità internazionale per le nuove violenze a Kiev. Il presidente
Janukovich promette al capo della diplomazia Ue Ashton di trovare una soluzione rapida
alla crisi. Il servizio è di Giuseppe D’Amato:
Gli ultimi scontri
minano la fiducia nella prossima Tavola rotonda nazionale, così l’ex presidente Jushenko.
“Non avevo mai visto tanti poliziotti in vita mia”, ha detto alla folla il leader
di Udar, Vitalij Klitschko. Alla fine, però, le squadre anti-sommossa si sono dovute
ritirare dal Maidan, mentre giungevano di corsa da ogni parte della capitale altri
manifestanti e gli allarmi-bomba si susseguivano negli aeroporti e nelle stazioni
della metropolitana. L’opposizione è ferma nelle sue richieste: elezioni generali
anticipate. Il nodo del trattato con l’Ue è fermo alle questioni finanziarie. Il premier
Azarov ha lasciato capire che servono 20 miliardi di euro per risolvere ogni problema.
“Questa leadership non merita aiuti”, ha commentato l’ex premier svedese Bildt.
Della
situazione, Giancarlo La Vella ha parlato con Fulvio Scaglione, vicedirettore
di "Famiglia Cristiana":
R. – La questione
dell’Ucraina non può essere risolta se non si accetta il fatto che comunque ci sia
uno stretto rapporto economico, culturale, politico, storico tra l’Ucraina e Mosca.
L’Ucraina dipende dalla Russia per tutti i suoi rifornimenti energetici, dipende dalla
Russia per il 21, 22 per cento sia nell’export che nell’import, ha 1600 km di confine
terrestre su 4600 totali con la Russia. C’è un rapporto che non può essere ignorato.
Prima, i diversi protagonisti, si rendono conto di questa realtà ineludibile, e più
facile sarà risolvere la questione. E’ innegabile, infatti, che l’Ucraina abbia un
forte interesse comunque ad avvicinarsi all’Unione Europea.
D. – Da parte europea
è allo studio un consistente aiuto a Kiev. In questo momento di difficoltà un po’
per tutti, com’è possibile dare una cifra del genere?
R. – Se verrà deciso
questo stanziamento, significherà che la volontà politica di arrivare all’integrazione
dell’Ucraina è superiore al peso dei problemi economici, che pure ci sono. Ed è realistico
chiedersi se l’Unione Europea sia oggi economicamente e politicamente in grado di
assumersi anche questo compito.
D. – Yanukovich sembrava voler raffreddare
anche le tensioni della piazza, proprio quando invece la polizia ha fatto irruzione
nella piazza Indipendenza. Secondo te, l’entourage che sostiene il presidente sembra
non essere più aderente alle posizioni del capo dello Stato?
R. – E’ chiaro
che quando si ha di fronte una protesta di piazza di quelle dimensioni è difficile
prendere il provvedimento giusto. Non si può cedere per lasciare spazio agli estremismi
ed anche comunque alla sola protesta, ma non si può nemmeno intervenire troppo duramente,
in un caso come questo, dove comunque c’è un interesse di andare incontro all’Unione
Europea. Che, quindi, l’entourage di Yanukovich sia spaccato non mi sorprende e lo
trovo abbastanza naturale.