Ucraina. Ianukovich: stop alla violenza sui dimostranti. Gli Usa non escludono
sanzioni
Il presidente ucraino, Viktor Ianukovich, ha promesso che le autorità di Kiev non
ricorreranno più all'uso della forza contro i manifestanti filoeuropeisti. Forti critiche
si sono levate dalla comunità internazionale dopo che la polizia ucraina ieri aveva
tentato di sgomberare Piazza Indipendenza a Kiev. Gli Stati Uniti stanno prendendo
in considerazione ''tutte le opzioni politiche possibili, compresa quella delle sanzioni'':
lo ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano. Al centro della protesta
il mancato accordo di associazione con l’Unione Europea. Giuseppe D’Amato:
Ianukovich
è pronto al dialogo con l’opposizione. Chiede, però, che questa rinunci a qualsiasi
ultimatum e che si fermi la violenza. In precedenza anche il responsabile della
Chiesa ortodossa – Patriarcato di Kiev, Filarete, aveva lanciato un invito ad una
“moratoria sull’uso della forza” onde evitare la guerra civile. Le condanne internazionali
al tentativo fallito della polizia di sgomberare stamane il Maidan sono state perentorie.
Trenta sono i feriti, di cui 15 ricoverati. Il ministro degli Interni Zakharchenko
si è giustificando, dicendo che si voleva semplicemente togliere le barricate. “Ripugnante”
quello che è avvenuto è stato il commento del segretario di Stato Usa, Kerry. L’ex
premier Timoshenko chiede alla comunità internazionale di imporre sanzioni contro
le attuali autorità ucraine. Il capo della diplomazia Ue Ashton ha nuovamente incontrato
Ianukovich, che gli avrebbe promesso una soluzione entro 24 ore. Il premier Azarov
ha intanto calcolato in 20 miliardi di euro l’aiuto necessario per risolvere i problemi
finanziari del Paese.
Della situazione, Giancarlo La Vella ha parlato
con Fulvio Scaglione, vicedirettore di "Famiglia Cristiana":
R. – La questione
dell’Ucraina non può essere risolta se non si accetta il fatto che comunque ci sia
uno stretto rapporto economico, culturale, politico, storico tra l’Ucraina e Mosca.
L’Ucraina dipende dalla Russia per tutti i suoi rifornimenti energetici, dipende dalla
Russia per il 21, 22 per cento sia nell’export che nell’import, ha 1600 km di confine
terrestre su 4600 totali con la Russia. C’è un rapporto che non può essere ignorato.
Prima, i diversi protagonisti, si rendono conto di questa realtà ineludibile, e più
facile sarà risolvere la questione. E’ innegabile, infatti, che l’Ucraina abbia un
forte interesse comunque ad avvicinarsi all’Unione Europea.
D. – Da parte europea
è allo studio un consistente aiuto a Kiev. In questo momento di difficoltà un po’
per tutti, com’è possibile dare una cifra del genere?
R. – Se verrà deciso
questo stanziamento, significherà che la volontà politica di arrivare all’integrazione
dell’Ucraina è superiore al peso dei problemi economici, che pure ci sono. Ed è realistico
chiedersi se l’Unione Europea sia oggi economicamente e politicamente in grado di
assumersi anche questo compito.
D. – Yanukovich sembrava voler raffreddare
anche le tensioni della piazza, proprio quando invece la polizia ha fatto irruzione
nella piazza Indipendenza. Secondo te, l’entourage che sostiene il presidente sembra
non essere più aderente alle posizioni del capo dello Stato?
R. – E’ chiaro
che quando si ha di fronte una protesta di piazza di quelle dimensioni è difficile
prendere il provvedimento giusto. Non si può cedere per lasciare spazio agli estremismi
ed anche comunque alla sola protesta, ma non si può nemmeno intervenire troppo duramente,
in un caso come questo, dove comunque c’è un interesse di andare incontro all’Unione
Europea. Che, quindi, l’entourage di Yanukovich sia spaccato non mi sorprende e lo
trovo abbastanza naturale.