Marocco: il vescovo di Tangeri difende l'integrità dei migranti nelle enclave spagnole
“Il filo spinato con lame sulle recinzioni di Ceuta e Melilla, è un attacco alla integrità
fisica dei migranti: quelle lame tagliano, feriscono, mutilano, e sono in contrasto
con il dovere che tutti noi abbiamo di rispettare i diritti di uomini, donne e bambini
africani nel loro cammino verso i Paesi d'Europa” denuncia mons. Santiago Agrelo Martinez,
vescovo di Tangeri in una lettera inviata al Ministro degli Interni della Spagna,
Jorge Fernández, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, che si è
celebrata ieri. A novembre il governo spagnolo ha deciso di reintrodurre il filo spinato
con lame nella barriera che divide il Marocco dalle enclave spagnole di Ceuta e Melilla,
eliminate nel 2007 per i profondi tagli che causavano alle mani e alle gambe dei migranti
che cercavano di saltare la doppia barriera di ferro della frontiera. Dopo le proteste
di organizzazioni non governative spagnole e internazionali, erano state sostituite
con una terza barriera di metallo. “Resta inteso - scrive il vescovo - che un governo
deve garantire un'adeguata sicurezza dei cittadini nel territorio della nazione. Ma
la sua legittimità svanisce, se per far questo si usano mezzi che privano gli altri
del diritto fondamentale alla salute, al benessere, al cibo, all’abbigliamento, all’alloggio,
alle cure mediche, ai servizi sociali. Le lame causano solo dolore e morte” conclude
mons. Agrelo Martinez, chiedendo lo smantellamento delle reti di filo spinato con
lame. (R.P.)