Letta: non arrendersi al caos. Scintille con i M5S. Balboni: 18 mesi per le riforme
Letta riceve dalla Camera il primo voto di fiducia: 379 sì, 212 no, 2 astenuti. Parlando
a Montecitorio, il premier ribadisce quella che dovrà essere l'azione del governo
fino alla fine della legislatura, perché ora, dice, la maggioranza è "meno ampia ma
più coesa". Adesso è la volta del Senato. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Enrico Letta
è convinto che il 2014 dovrà essere un anno cruciale per il governo e rilancia: “Non
mi arrenderò al caos e combatterò come un leone". Il premier pensa che bisogna completare
la "riforma degli ammortizzatori sociali, andando verso un sistema che privilegi il
lavoratore rispetto al posto di lavoro", abbattere il debito pubblico e lottare contro
ogni forma di povertà rafforzando gli strumenti già presenti in fatto di inclusione
sociale. Già venerdì, annuncia il premier, in Consiglio dei ministri, ci sarà un provvedimento
contenente una riduzione da 600 milioni per le bollette. Tutto ciò partendo dal Mezzogiorno,
perché se non si agisce il rischio è che al Sud esploda la "rabbia". In questo senso,
Letta lancia una sorta di appello al Movimento cinque stelle e fa notare che "le istituzioni
vanno sempre rispettate soprattutto in tempi amari come questi", nei quali "si arriva
a incitare le forze dell'ordine all'insubordinazione". Scintille in aula tra pentastellati
e il presidente sulla gogna per i giornalisti, propugnata da Grillo. Il comico genovese
accusa il presidente del Consiglio di mentire. E poi le riforme istituzionali. Letta
promette una revisione della legge elettorale in senso maggioritario, 18 mesi per
fare le riforme. Consensi da tutto il Pd. Positivo anche il commento di Ncd, Scelta
Civica, che però chiedono un salto di qualità. Critici Fi, Cinque Stelle, Fratelli
d’Italia, Sel. La legge elettorale è stato uno dei punti fondamentali del discorso
di Letta. L'opinine del costituzionalista dell’Università Cattolica di Milano, Enzo
Balboni:
R. - Devono essere congiunti e coniugati insieme rappresentatività,
il che vuole dire una certa quota di proporzionale deve esserci, e governabilità,
il che deve consentire di avere la possibilità di sapere chi governerà alla fine della
giornata elettorale. Il mix è lasciato un po’ alle situazioni: in Europa, abbiamo
sia prevalenze di maggioritario, sia una presenza forte di proporzionale, come in
Germania. Quindi, questa è una tipica scelta politica di fronte alla quale solo gli
elettori sono sovrani.
D. - Letta ha parlato di 18 mesi per fare le riforme
istituzionali. Secondo lei, è un tempo congruo?
R. - Con una battuta posso
dire che si è allungato la vita di altri sei mesi: nel senso che il primo periodo,
quello che avrebbe dovuto utilizzare di questa corsia preferenziale con l'articolo
138 - riguardante la revisione della Costituzione - accorciato è caduto proprio in
questi giorni per il fatto che è cambiata la maggioranza. I 18 mesi sono necessari,
perché adesso la modifica della Costituzione, bicameralismo non più perfetto e paritario
- e altre cose, come la diminuzione del numero dei parlamentari - dovranno essere
fatte con la procedura ordinaria, cioè con il 138 ancora vigente, e il tempo ragionevolmente
minimo perché ciò accada va dai 12 ai 18 mesi. Quindi, il suo disegno è quello.
D.
- Però, Letta non ha parlato di monocameralismo: lei, in qualche modo, è sorpreso?
Insomma c’è chi spinge affinché l’Italia sia abbia una forma di bicameralismo perfetto?
R.
- No, no! Dunque il monocameralismo è inconcepibile, anche quando Renzi - il nuovo
segretario del Partito Democratico - dice: “Eliminare il Senato!” dice una cosa proprio
per il basso volgo, perché il Senato non lo puoi eliminare. In tutto il mondo c’è
un sistema bicamerale. Non c’è un sistema in cui la seconda Camera abbia gli stessi
identici poteri e procedimenti della prima. Quindi, bisognerà intervenire a modificare
le competenze, le attribuzioni, il modo di elezione o il modo di scelta della seconda
camera, delle regioni e delle autonomie, ma questa ci deve essere. E credo che nemmeno
Renzi abbia in mente di cancellarla.