2013-12-11 17:05:40

La Camera rinnova la fiducia al governo Letta


Il premier Enrico Letta è intervenuto al Senato durante il voto, in serata, sulla fiducia al governo. Prima, con 379 sì, 212 no e due astenuti la Camera ha confermato la fiducia all’esecutivo approvando la risoluzione di maggioranza, dopo l’uscita di Forza Italia e quindi la fiducia anche al Senato. Nel suo discorso sia alla Camera sia al Senato, Letta ha parlato di un nuovo inizio. A votare contro a Montecitorio, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle e Sel.Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

Come richiesto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Letta si presenta al Parlamento dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza. A Montecitorio con un intervento dettagliato, Letta propone un patto di governo per il 2014. Quattro le riforme fondamentali: riduzione del numero di parlamentari, abolizione delle province, fine del bicameralismo perfetto, una riforma del titolo V della Costituzione. Critiche vengono poi rivolte a Grillo: "le istituzioni - afferma Letta - esigono sempre rispetto", non "parole illegittime” che "incitano all'insubordinazione delle forze dell'ordine". Il premier non dimentica la riforma della legge elettorale: si deve andare verso un “meccanismo maggioritario” con un legame fra eletti ed elettori. Annunciate diverse misure economiche da mettere in atto. Letta promette una riforma degli ammortizzatori sociali che metta al centro il lavoratore e non più il posto di lavoro e conferma che le risorse recuperate con la revisione della spesa e con le misure per il ritorno dei capitali dall'estero saranno raccolte in un fondo per l'abbattimento del costo del lavoro. Nell’intervento al Senato, chiarisce che i diciotto mesi di tempo per avere una ''democrazia più forte” prendono il via dalla fiducia ottenuta dal governo lo scorso aprile.
La legge elettorale è stato uno dei punti fondamentali del discorso di Letta. L'opinine del costituzionalista dell’Università Cattolica di Milano, Enzo Balboni:RealAudioMP3
R. - Devono essere congiunti e coniugati insieme rappresentatività, il che vuole dire una certa quota di proporzionale deve esserci, e governabilità, il che deve consentire di avere la possibilità di sapere chi governerà alla fine della giornata elettorale. Il mix è lasciato un po’ alle situazioni: in Europa, abbiamo sia prevalenze di maggioritario, sia una presenza forte di proporzionale, come in Germania. Quindi, questa è una tipica scelta politica di fronte alla quale solo gli elettori sono sovrani.
D. - Letta ha parlato di 18 mesi per fare le riforme istituzionali. Secondo lei, è un tempo congruo?
R. - Con una battuta posso dire che si è allungato la vita di altri sei mesi: nel senso che il primo periodo, quello che avrebbe dovuto utilizzare di questa corsia preferenziale con l'articolo 138 - riguardante la revisione della Costituzione - accorciato è caduto proprio in questi giorni per il fatto che è cambiata la maggioranza. I 18 mesi sono necessari, perché adesso la modifica della Costituzione, bicameralismo non più perfetto e paritario - e altre cose, come la diminuzione del numero dei parlamentari - dovranno essere fatte con la procedura ordinaria, cioè con il 138 ancora vigente, e il tempo ragionevolmente minimo perché ciò accada va dai 12 ai 18 mesi. Quindi, il suo disegno è quello.
D. - Però, Letta non ha parlato di monocameralismo: lei, in qualche modo, è sorpreso? Insomma c’è chi spinge affinché l’Italia sia abbia una forma di bicameralismo perfetto?
R. - No, no! Dunque il monocameralismo è inconcepibile, anche quando Renzi - il nuovo segretario del Partito Democratico - dice: “Eliminare il Senato!” dice una cosa proprio per il basso volgo, perché il Senato non lo puoi eliminare. In tutto il mondo c’è un sistema bicamerale. Non c’è un sistema in cui la seconda Camera abbia gli stessi identici poteri e procedimenti della prima. Quindi, bisognerà intervenire a modificare le competenze, le attribuzioni, il modo di elezione o il modo di scelta della seconda camera, delle regioni e delle autonomie, ma questa ci deve essere. E credo che nemmeno Renzi abbia in mente di cancellarla.
Ultimo aggiornamento: 12 dicembre












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