2013-12-11 12:48:16

Il card. Schonborn a Milano: "La questione della missione è urgente"


Un duomo gremito dalla folla ha accolto ieri sera il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, invitato dal cardinale di Milano, Angelo Scola, per uno scambio di esperienze sull’evangelizzazione - riporta l'agenzia Sir - di una grande città nell’ambito del programma pastorale “Il campo è il mondo”. “Nell’arcidiocesi di Vienna ci sono 1 milione e 200mila cattolici”, e la Chiesa austriaca “ha sofferto diverse umiliazioni negli ultimi decenni”, anche perché “storicamente è sempre stata la Chiesa imperiale, quindi vista come la Chiesa dei superiori verso cui non c’è fiducia”. Attualmente “a Vienna solo il 38% dei cittadini si dice cattolico” per questo dobbiamo chiederci “cosa sarà la Chiesa in Austria nei prossimi 20 o 30 anni? La questione della missione diventa urgente”. Innanzitutto “c’è un congedo doloroso da fare: lasciare il passato che non verrà più, la Chiesa sarà diversa e sarà missionaria” e dobbiamo avere “il coraggio di scendere” e di evitare “il liberalismo, che accetta tutto e perde il profilo della vita cristiana e il rigorismo, che vede solo la legge”. Un’esperienza interessante “è quella di fare assemblee diocesane, 1.500 persone nel duomo di Vienna, non per fare un dibattito, ma per raccontare dove ognuno vede l’azione di Dio nella propria comunità, fissare lo sguardo sull’azione di Dio anziché sui problemi. Tutti possono parlare a microfono aperto per un minuto su questo tema”. “C’è un atto specifico della nuova evangelizzazione: il faccia a faccia”, ha detto il card. Schönborn. Anche i vescovi, ha aggiunto, devono “parlare della propria esperienza dell’evangelizzazione personale” ma questo esige di “esporsi, di ammettere fallimenti e paure. Quando faccio una visita pastorale, faccio un momento di missione in strada. Io, cardinale, mi metto davanti alla stazione e do ai passanti un piccolo dono con qualche passo della Scrittura e un sorriso. Ogni volta che lo faccio torno contentissimo a casa, con una gioia che non si spiega, la gioia dell’evangelizzazione. Non mi aspetto che la gente la domenica dopo vada in chiesa, ma forse avrà ricevuto una piccola luce del Vangelo”. Nonostante la crisi di fede, “la santità esiste anche nella nostra vecchia Europa” e il cristiano è chiamato a “un impegno sia personale, sia sociale e politico”, perché le “istituzioni sono carismi che hanno trovato una struttura sociale” e la Chiesa “ha questo dono in tutto il mondo: di essere carismatica e strutturale”. Il laico, secondo il cardinale, è chiamato a riscoprire “il sacerdozio comune dei battezzati, la sua missione di santificare il mondo”. Un pensiero anche sulla bioetica: “È possibile - ha detto Schönborn - fare qualcosa purché ognuno di noi sia più consapevole del proprio ruolo nella società, facendo raccolte di firme, come la recente campagna One of Us, oppure scrivendo ai giornali”. (R.P.)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 345







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