Vince la vita: il Parlamento Ue respinge la Risoluzione Estrela
Vittoria per la vita al Parlamento europeo. Con sette voti di scarto, martedì è stata
respinta la risoluzione sull’aborto e i diritti sessuali e riproduttivi, presentata
dalla parlamentare socialista portoghese, Edite Estrela. Nella risoluzione si chiedeva,
tra l'altro, l’aborto accessibile a tutti. Si prevedeva inoltre una limitazione dell’obiezione
di coscienza. Una “notizia positiva” secondo Gianfranco Amato, presidente di
Giuristi per la Vita. L’intervista è di Paolo Ondarza:
R. – E’ una
buona notizia. Ricordo che questa controversa risoluzione che, tra le altre cose,
definiva anche l’aborto come un diritto umano e ha osteggiato la campagna “Uno di
noi”, se fosse stata approvata avrebbe determinato degli effetti inquietanti. Tutti
gli Stati membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, sarebbero stati invitati a
garantire fin dall’età più giovane l’aborto, anche senza consenso dei genitori. Avrebbero
dovuto garantire la contraccezione, la fecondazione assistita, ci sarebbe stata una
sorta di rieducazione degli insegnanti sulla teoria del gender, corsi obbligatori
a scuola sull’identità di genere e, cosa anche più pericolosa, si sarebbe chiesto
di regolare l’obiezione di coscienza su queste tematiche.
D. – Ma la partita
è chiusa?
R. – Questa risoluzione controversa era già stata respinta lo scorso
22 ottobre. Poi, è tornata in Commissione il 26 novembre scorso. Adesso è stata bocciata.
Fa parte di un ragionamento complesso, sulla linea del documento della Organizzazione
mondiale della sanità sugli standard dell’educazione sessuale in Europa. C’è un disegno
preciso, ben orchestrato, che tende a estremizzare la teoria del gender e,
soprattutto, è mirato a una sorta di indottrinamento dell’educazione sessuale nei
confronti dei giovani, anche nelle scuole.
D. – Chi sosteneva questa risoluzione
bolla come “ipocrita e oscurantista” il voto dell’aula...
R. – La stessa eurodeputata
Estrela ha usato parole fortissime nei confronti di chi si è opposto alla sua risoluzione.
Ha definito chiunque si opponesse a questa risoluzione come “un estremista conservatore
di destra, che vuol far tornare i diritti delle donne indietro di 30 anni”. Siamo
all’ideologia pura. La ragione non ha più spazio.
D. – Nella risoluzione,
si parlava di medici “costretti” a praticare l’obiezione di coscienza nelle cliniche
religiose e si chiedevano “servizi di qualità per l’aborto, legali, sicuri e accessibili
a tutti”...
R. – Questa è la grande maschera d’ipocrisia, dietro la quale si
celano tutti questi interventi. Sull’aborto sicuro a me piace citare un intervento
dell’arcivescovo Francis Chullikat, osservatore permanente della Santa Sede presso
le Nazioni Unite. Dopo aver detto che tutto questo ragionamento della teoria del gender
è molto riprovevole, ha usato un’espressione: “L’aborto è sempre sicuro solo nel senso
che sicuramente uccide il bambino e ferisce profondamente la madre”.