Filippine: tutto pronto per la Giornata di preghiera contro il traffico di vite umane
Cattolici e protestanti filippini hanno indetto, per oggi, una "Giornata di preghiera"
contro il traffico di vite umane e il fenomeno aberrante della moderna schiavitù.
Il momento centrale della manifestazione - riferisce l'agenzia AsiaNews - è previsto
presso il Quirino Grandstand di Manila, luogo in cui - da tradizione - il neo-eletto
presidente delle Filippine recita il suo giuramento. Tutte le chiese e le parrocchie
della capitale, e del Paese, sono invitate a testimoniare a gran voce la solidarietà
alle vittime e la ferma condanna degli sfruttatori, attraverso la preghiera e gesti
di aiuto concreto. L'iniziativa è promossa dal Movimento interreligioso filippino
contro il traffico di vite umane (Pimaht); un organismo formato dalla Conferenza episcopale
filippina (Cbcp), dal Consiglio nazionale delle Chiese filippine (Nccp) e dal Consiglio
filippino delle Chiese evangeliche (Pcec). Un impegno, spiegano gli ideatori, che
si è reso ancora più urgente ed evidente negli ultimi mesi "a causa del devastante
terremoto a Bohol e del super tifone Yolanda". All'iniziativa hanno aderito anche
i responsabili della Caritas filippina (il National Secretariat for social Action
- Justice and Peace, Nassa), secondo cui "è ancor più importante parlare del traffico
di vite umane", quando il Paese è impegnato a "superare la catastrofe" causata da
Yolanda. Difatti, una delle conseguenze più terribili delle calamità naturali e della
conseguente povertà che ne deriva, è l'incremento di persone che finiscono nel racket
criminale, siano essi donne o bambini rimasti orfani. Secondo gli organizzatori saranno
presenti almeno 5mila fra leader religiosi, organizzazioni cristiane e semplici fedeli,
per un momento di incontro, raccoglimento e preghiera. Oltre che un'occasione per
formulare proposte e iniziative concrete per arginare il fenomeno. In una nota introduttiva,
i vertici di Pimaht sottolineano che "l'integrità è un diritto inviolabile e intrinseco
alla persona"; tuttavia, "i trafficanti di vite umane, schiavi del sesso o del lavoro
forzato, stanno distruggendo le vite di milioni di bambini e di donne fragili e vulnerabili".
Si tratta della "seconda industria criminale con la più rapida espansione del pianeta,
a pari merito con l'industria delle armi e subito dietro al traffico di droga". Mons.
Broderick S. Pabillo, direttore nazionale Nassa, il rev. Reyes di Nccp e il vescovo
Efraim Tendero (Pcec), aggiungono che non si può restare "inerti a guardare crescere,
anno dopo anno, il traffico di vite umane"; una piaga acuita dalle recenti devastazioni
portate dal terremoto e dal tifone. "I trafficanti - aggiungono - si fanno ogni giorno
più sfacciati, spesso certi di restare impuniti nelle loro attività criminali. E se
loro diventano ogni giorno più spavaldi nei loro atti criminali, in questa che è una
nuova forma di moderna schiavitù, noi di contro dobbiamo essere più decisi nel combatterli".
Per questo i leader cristiani tracciano gli obiettivi comuni della lotta: demolire
la rete del male, attraverso la preghiera e le azioni; restare vigili e collaborare
con le autorità locali e le ong a difesa dei diritti umani; partecipare in modo attivo
alle campagne di sensibilizzazione sul problema e battersi per lo sradicamento definitivo;
infine, assicurare programmi di lungo periodo per il recupero e il benessere delle
vittime degli abusi, le quali devono poter tornare a vivere in società in modo dignitoso.
(R.P.)