Ucraina: il governo apre al dialogo, ma la polizia fa irruzione nella sede del partito
della Timoshenko
Si infiamma la situazione in Ucraina: a Kiev migliaia di manifestanti filo-europeisti
chiedono le dimissioni del presidente Viktor Ianukovich. Il partito d’opposizione
dell’ex premier Yulia Tymoshenko, oggi in carcere, ha denunciato un’irruzione nella
sua sede: la polizia ha negato ogni responsabilità. Poche ore prima, il capo dello
Stato si era detto disponibile ad un compromesso con l’opposizione. Il servizio di
Davide Maggiore:
Una ventina
di uomini armati hanno sfondato la porta della sede del partito ‘Patria’ e distrutto
alcuni computer: questo il racconto della portavoce di Tymoshenko, che accusa le forze
speciali. Ma, secondo la polizia, nessuna operazione è stata condotta nell’edificio.
Gli agenti anti-sommossa restano invece in strada, dove hanno disperso i dimostranti
che bloccavano la sede del governo e rimosso le barricate. Per un allarme bomba, inoltre,
sono state chiuse quattro stazioni della metropolitana: i manifestanti temono sia
un modo per attaccare il presidio di piazza dell’Indipendenza. Ma ufficialmente Yanukovich
ha accettato la proposta di una “tavola rotonda nazionale” con tre suoi predecessori
e rappresentanti dell’opposizione. Gli ambasciatori di Stati Uniti e Unione Europea
hanno chiesto di non usare la forza contro le dimostrazioni pacifiche, e per il presidente
della Commissione Europea, Barroso, l’Europa “ha il dovere di appoggiare gli ucraini”,
che “stanno combattendo per il loro futuro”. Barroso ha anche chiesto a Ianukovich
di ricevere l’alta rappresentante europea Catherine Ashton, che sarà a Kiev domani
e giovedì per cercare “una soluzione politica”.