Primarie del Pd: vittoria di Renzi. Due milioni e mezzo ai seggi
La politica italiana con le primarie del Pd e la sfida finale tra Renzi, Cuperlo e
Civati per aggiudicarsi la segreteria del partito ha visto la vittoria di Matteo Renzi.
I seggi allestiti in tutta Italia si sono chiusi ieri sera. Buona l’affluenza: due
milioni e mezzo alle urne. Prodi invoca la coesione, dal presidente Napolitano il
monito a fare gli interessi del Paese. Intanto a Roma Berlusconi ha presentato i nuovi
club di Forza Italia e non sono mancate sferzate contro Alfano, la sinistra e la magistratura.
Cecilia Seppia:
9 mila seggi
e gazebo allestiti in tutto il Paese e lunghe file di giovanissimi e meno fin da questa
mattina, come testimonia un tweet del premier Letta che alle 8 aveva già espresso
la sua preferenza per eleggere il nuovo segretario del Pd chiamato a prendere il posto
di Epifani. Tra i candidati il primo a votare a Firenze è stato Renzi: la giornata
sta andando bene, ha commentato il super favorito dai sondaggi, lodando la buona partecipazione.
Cuperlo vota al Circolo del partito a Roma: oggi ha detto si decide il destino del
Pd, non del governo; alle dieci a Monza è la volta di Civati, che parla di atmosfera
positiva, salutando con soddisfazione anche la vittoria di Melbourne. Di fatto vince
chi prende il 50% più uno dei voti e se nessuno dei tre dovesse raggiungere la soglia,
si andrebbe ad una sorta di ballottaggio in Assemblea nazionale. Spero che tutti dimostrino
sensibilità verso gli interessi del Paese, aveva auspicato questa mattina il capo
dello Stato Napolitano; forte monito alla coesione è arrivato anche da Prodi. Le primarie
-ha affermato- sono il momento dello scontro democratico, mi auguro che vincitori
e vinti abbiano l’obiettivo di fare squadra. Intanto a Roma, Berlusconi rilancia i
primi mille club di Forza Silvio. Nel suo intervento conferma la volontà di battersi
per il Paese, nonostante - dice - i colpi di stato subiti. Poi la sferzata ad Alfano
e a chi lo ha tradito e la stangata sulla magistratura, definita un contropotere.