Mille giorni di guerra in Siria. Appello del Patriarca di Antiochia per le suore
ortodosse di Maalula
Sono passati mille giorni dall'inizio della crisi in Siria e la guerra continua a
uccidere e distruggere. “La Siria rischia di diventare un emirato jihadista ingovernabile”,
ha detto il ministro degli Esteri iracheno Zebari dal Bahrein, dove sta partecipando
a una conferenza sulla sicurezza in Medio Oriente. Nessun aggiornamento, intanto,
sulla sorte delle suore ortodosse prelevate con la forza dal loro monastero di Maalula,
mentre in Sicilia si registra un nuovo sbarco di profughi siriani. Il servizio di
Roberta Barbi:
Mille giorni:
è solo il primo dei tragici numeri che sta collezionando la guerra in Siria, un Paese
ormai in macerie e in balìa di gruppi ribelli supportati da cellule qaediste da una
parte, e da forze paramilitari fedeli al regime dall’altra. Mille sono anche le tonnellate
di agenti chimici in possesso di Damasco e che stanno per essere smaltite dall’Opac
(l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), ma gli altri numeri sono
ancora più impressionanti: 120mila i morti secondo l’Osservatorio per i Diritti umani
a Londra, legato all'opposizione; sette milioni le persone coinvolte, di cui la metà
bambini, secondo l’Unicef. La conferenza di pace Ginevra 2, convocata per il prossimo
22 gennaio, appare ormai davvero l’ultima speranza. E tutto tace sulla vicenda delle
religiose ortodosse prelevate con la forza il 2 dicembre scorso dal monastero di Santa
Tecla a Maalula dopo che la città è stata nuovamente occupata dalle milizie ribelli.
Dopo il video diffuso da al Jaazera venerdì, in cui affermavano di stare bene, di
essere state portate via per la loro sicurezza e di poter tornare a casa entro due
giorni, ieri il Patriarca Giovanni X, primate della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia
e di tutto l’Oriente, ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché
compia azioni concrete che conducano alla loro liberazione. Per la soluzione di questo
caso, inoltre, il capo degli apparati di sicurezza libanesi, generale Ibrahim, è partito
alla volta del Qatar. Infine, un nuovo sbarco di migranti, questa notte, a Siracusa:
113, tra egiziani e profughi siriani, immediatamente trasportati nei centri d’accoglienza
di Messina.