2013-12-07 09:38:33

Storico accordo del Wto. Mons. Tomasi: apre la via alla solidarietà internazionale


Accordo storico dell’Organizzazione mondiale del commercio a Bali. Per la prima volta dalla sua creazione, nel 1995, il Wto (World Trade Organization) ha raggiunto un’intesa che liberalizza gli scambi commerciali, aiuta l’economia agricola e rafforza la sicurezza alimentare. Il servizio di Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

L'accordo di Bali, il primo dalla creazione del Wto nel 1995 è un via libera storico. 159 Paesi, che si sono incontrati per la nona volta a livello ministeriale, hanno trovato l’accordo per un pacchetto di misure sulla liberalizzazione degli scambi commerciali. In sostanza, nonostante l’opposizione, poi rientrata, di Cuba, Bolivia, Venezuela e Guatemala, che giudicando l’agenda neoliberista, ha rischiato di bloccare il varo finale, è stato accettato l’impegno a identificare nel Wto il forum principale in materia: sia a livello di negoziato sia a livello regolatorio. Il testo prevede che la Commissione per i negoziati commerciali, entro 12 mesi, prepari a Ginevra un programma di lavoro concreto per l'approvazione dell'Agenda di sviluppo lanciata negli accordi di Doha del 2001 e fino adesso restata lettera morta. Tanti i temi affrontati che dovranno trovare attuazione concreta: dalla facilitazione del commercio, ai temi agricoli, come lo stoccaggio pubblico di materie prime alimentari ai fini della sicurezza, poi la regolamentazione delle tariffe, le tutele sulla produzione di cotone per i Paesi in via di sviluppo e anche l'estensione del periodo di non deferibilità e la non punibilità, sempre per questi Paesi, all’Organizzazione Mondiale del Commercio, per la proprietà intellettuale. "Per la prima volta nella sua storia, si è tenuto fede alle promesse - ha detto il direttore generale dell'Organizzazione, Roberto Azevedo - Abbiamo rimesso la parola ‘mondiale’ al Wto”.

Soddisfazione da parte della Santa Sede che ha preso attivamente parte al vertice con l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente all’Onu di Ginevra. Raggiunto telefonicamente a Bali da Alessandro Gisotti, mons. Tomasi si sofferma sui punti principali dell’accordo:RealAudioMP3

R. - Per la prima volta, è stata approvata una serie di misure che veramente apre la strada alla solidarietà internazionale favorendo lo sviluppo di tutti i Paesi. In particolare, è stato approvato un documento sulle facilitazioni commerciali grazie al quale si risparmia tempo burocratico per far viaggiare le merci, con il risultato che il beneficio economico che ne deriva - un bilione di dollari - aiuterà molto la ripresa economica e aggiungerà posti di lavoro. Secondo punto, estremamente importante, è stato l’accordo sulla sicurezza alimentare: guardando al quadro dell’agricoltura si è voluto dare precedenza al diritto al cibo che è necessario per la vita, come l’acqua. In questa maniera, sono stati portati a termine gli obiettivi che permettono a coloro che ne hanno bisogno di superare i limiti di sostegno interno nazionale. Dobbiamo dire che l’accordo raggiunto è davvero storico; abbiamo collaborato - come delegazione della Santa Sede, non solo attraverso la dichiarazione ufficiale che è stata fatta, ma anche nei contatti informali - a rafforzare il dialogo tra parti che avevano veramente difficoltà a parlarsi, in modo da rendere possibile questa conclusione davvero storica.

D. - Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium sottolinea che bisogna sconfiggere un’economia che esclude anzi, addirittura dice il Papa, che uccide. Si può dire che questo accordo in qualche modo risponde anche a questa esigenza, a questo appello del Papa nell’Esortazione apostolica?

R. - Tutta la presenza della Santa Sede nel mondo multilaterale riflette la Dottrina Sociale: l’economia di mercato senza regole porta all’emarginazione di persone, di gruppi e alle volte di interi Paesi. Per cui c’è bisogno di una duplice azione: a livello nazionale, che lo Stato si preoccupi del bene comune di tutti i suoi cittadini e, in senso parallelo, a livello internazionale, che le strutture che ci sono - che la Comunità internazionale si è data - insistano anche queste perché ci sia l’inclusione di tutti per il bene comune. Quindi il commercio gestito bene, con regole etiche, porta a meno disuguaglianze sociali ed è uno strumento efficace per combattere la povertà.

D. - L’accordo è storico. Ovviamente ci si aspetta poi un’attuazione e una implementazione di quelle che sono le disposizioni approvate a Bali. Quali sono le sua aspettative a riguardo?

R. - L’accordo raggiunto, anzitutto ha già dato un suo frutto nel rafforzare la struttura globale, non solo dell’Organizzazione mondiale del commercio, ma del multilateralismo in genere che, in qualche modo, è la strada maestra che esprime - nelle decisioni concrete che prende - la solidarietà che noi cristiani predichiamo. Secondo, i vantaggi a medio e lungo termine che questo accordo apporta: la crescita del volume del commercio, quindi l’incremento dei benefici che vanno a combattere la povertà; per l’attuazione ci vorrà un po’ più di tempo, ma alcune previsioni sono immediate. Ne beneficeranno certamente le piccole e medie imprese del settore agricolo. La buona volontà che tutti hanno mostrato nel compromesso raggiunto porterà, nei prossimi quattro anni, ad attuare non solo queste decisioni già prese, ma a cominciare un secondo ciclo che rafforzerà ancora di più la collaborazione internazionale nel campo economico.







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