2013-12-07 14:55:09

Mandela: da mercoledì camera ardente. Mons. Brislin: il suo esempio per superare povertà e ingiustizie


Il Sudafrica è in lutto per Nelson Mandela: molte sono le iniziative in tutto il Paese per ricordare il padre della nazione democratica. Il governo ha annunciato che una camera ardente sarà allestita da mercoledì a venerdì a Pretoria e la salma trasportata anche per le vie della città. Questa domenica, intanto, i sudafricani di tutte le fedi si raccolgono in preghiera per il leader scomparso. Alle esequie di Mandela, il prossimo 15 dicembre a Qunu, suo villaggio natale, saranno presenti, tra gli altri, Barack Obama e i due ex-presidenti degli Stati Uniti George W. Bush e Bill Clinton. Sulla figura di Mandela, Linda Bordoni ha raccolto il commento di mons. Stephen Brislin, arcivescovo di Città del Capo e presidente della Conferenza episcopale cattolica del Sudafrica: RealAudioMP3

R. – I suppose I had mixed reactions when I heard that Madiba had passed away. ..
Ho avuto reazioni diverse, quando mi hanno detto che Madiba non c’era più. Sicuramente, tristezza, ma certamente anche un senso di sollievo, perché negli ultimi tempi soffriva molto; la sua era stata una sofferenza forte, non solo a causa della sua malattia, ma anche per il suo impegno per la libertà e per l’eguaglianza tra le persone. Se non fosse stato per Mandela, non so cosa avrebbe potuto accadere a questo Paese: sicuramente, ad un certo punto eravamo sull’orlo della guerra civile. Non solo lui ha guidato i colloqui nei quali era coinvolto in prima persona, ma si è rivolto alle persone che erano molto arrabbiate, che non riuscivano a riconoscere il fine ultimo delle soluzioni negoziate, che avevano raggiunto il limite della sopportazione a causa dell’apartheid e che riuscivano a vedere nella violenza l’unico mezzo per distruggere definitivamente questo grande male. Mandela è stato capace di dire loro: “State sbagliando. In quanto vostro leader, è mio dovere dirvi quando state sbagliando”. Fare questo deve avergli richiesto un coraggio enorme, affrontare persone che avevano perso persone care nelle carneficine, nei massacri dove la gente veniva repressa, picchiata a morte, eppure, è stato capace di dire loro: “Comprendo la vostra sofferenza e la vostra pena; ma non possiamo rispondere con la violenza. La soluzione di tutto è nelle urne elettorali”.

D. – Lei conclude il suo tributo a Mandela con queste parole: “Il miglior modo in cui possiamo rendere omaggio alla sua vita è lottare per i suoi ideali” …

R. – Yes, indeed. The ideals of equality, of respecting people …
Sì, è vero: i suoi ideali erano l’uguaglianza, il rispetto per le persone in modo che essere potessero sviluppare appieno il loro potenziale umano, la libertà, quegli ideali di democrazia di cui oggi, in Sudafrica, possiamo beneficiare. Oggi abbiamo istituzioni democratiche grandi e forti, ma è necessario salvaguardare questa democrazia: è un tesoro che ci è stato donato, ma ci sono fenomeni che possono erodere la democrazia nel nostro Paese. Penso in particolare alla corruzione e all’avidità, perché questo è un cancro della società. Sappiamo che Papa Francesco ha detto che la corruzione è un furto a danno dei poveri: viviamo in un’epoca fortemente caratterizzata dalla corruzione in tutto il mondo, e questo vale anche per il Sudafrica. Da un punto di vista legislativo, delle leggi, possiamo dire che l’apartheid è finita, ma gli effetti dell’apartheid ancora si sentono. Non siamo ancora riusciti a risolvere la rabbia che tante persone avevano e hanno tuttora, e che temo sia peggiorata dal fatto che molto persone sentono di essere state escluse dai benefici e dai frutti della democrazia, in particolare da un punto di vista economico. Soprattutto i giovani sono frustrati, perché non hanno potuto portare avanti la loro istruzione, molti sono disoccupati, molti un tempo avevano un sogno ma lentamente questi sogni sono diminuiti fino a svanire. Dobbiamo assolutamente fare i conti con un numero sempre crescente di persone, soprattutto giovani, che hanno ancora tanta rabbia che noi finora non abbiamo ancora saputo eliminare. Vorrei parafrasare ciò che Mandela ha detto un giorno: che se avesse permesso alla rabbia di governare la sua vita, se avesse cercato la vendetta e permesso all’odio di impadronirsi di lui, sarebbe rimasto in prigione. Solo attraverso il perdono e la riconciliazione ha trovato la libertà: la libertà di perdonare, la libertà di riconciliarsi con le persone. E questo è uno degli aspetti straordinari di Madiba: il fatto che egli non sia mai stato amaro, che non abbia mai cercato vendetta, che sia stato capace di rivolgersi alle persone dicendo, fondamentalmente: ricominciamo ancora, ricominciamo di nuovo; non conta se sei bianco o nero, giovane o vecchio. Proviamo a costruire insieme un Paese unito e che consenta alle persone di vivere in pace tra loro.

Ma come vive la popolazione sudafricana queste ore? Davide Maggiore lo ha chiesto a Raymond Perrier, direttore del Jesuit Institute di Johannesburg:RealAudioMP3

R. - Nelle grandissime città, ma anche nei piccoli paesi ci sono manifestazioni, opportunità di parlare con altri di qual era l’impatto nella propria vita della vita di Mandela perché lui ha toccato la vita di quasi ogni persona qui. Ci sono quelli che lo hanno incontrato, ma anche quelli che non lo hanno incontrato sentono che era il loro padre. Il presidente Zuma ha chiesto non solo alle Chiese, ma a tutti i gruppi religiosi di focalizzare i propri servizi e culti di domenica per pregare per Mandela e per la sua famiglia.

D. - Questi sentimenti sono condivisi anche dalla minoranza bianca?

R. - Sì, in tutta la società. Quando era prigioniero, c’erano molte persone contrarie a Mandela; anche quando è stato eletto c’era sempre questa paura, da parte della comunità bianca, di una vendetta. Ma Mandela con la sua vita, con la sua generosità, con il suo modo di vivere è diventato un eroe anche per la comunità bianca e non solo per quella nera, perché ha dimostrato che era aperto a tutti. Un aneddoto molto particolare è che la sua segretaria era una donna bianca; era la segretaria dell’ex presidente, e lui l’ha invitata a continuare a essere la sua segretaria.

D. - Con la comunità cattolica Mandela aveva dei rapporti?

R. - La comunità cattolica aveva con Mandela un rapporto molto forte, perché i suoi valori erano allo stesso tempo i valori della Chiesa cattolica, in particolare per l'aspetto sociale della dottrina cattolica. Ad esempio, l’importanza dei diritti umani, della solidarietà, della dignità dell’essere umano …Tutti questi erano i valori di Mandela e anche della Chiesa.

D. - Come possono le nuove generazioni di sudafricani, e anche quelli che non hanno conosciuto il periodo dell’apartheid, vivere i valori che Nelson Mandela ha portato avanti?

R. - Ho passato la giornata con un gruppo di adolescenti di 17-18 anni, e tutti parlavamo della vita e della morte di Mandela. La cosa interessante è che lui, per loro, è parte della storia; è una persona che non hanno conosciuto nella loro vita. Sono tutti nati dopo la fine dell’apartheid e dunque l’apartheid stessa per loro è una parte della storia che hanno studiato a scuola, come la Seconda Guerra Mondiale. Per loro è importante, anche se è persona un po’ distante, ma dall’altra parte loro hanno tutti questi valori. Ad esempio il valore della dignità dell’essere umano per loro è una cosa naturale.







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