2013-12-07 16:24:24

Carcere di Rieti, appello del volontariato: detenuti in difficoltà, in gran parte sono immigrati


La situazione delle carceri italiane resta difficile. Di qui, l'iniziativa degli assistenti volontari penitenziari della “Sesta Opera San Fedele Rieti” che hanno chiesto un aiuto per i circa 300 detenuti della Casa Circondariale Nuovo Complesso della cittadina laziale. Nazzareno Figorilli, responsabile del Centro di Ascolto e presidente dell’associazione, ha descritto - al microfono di Elisa Sartarelli - una realtà carceraria molto critica:RealAudioMP3

R. – Si tratta di necessità soprattutto economiche, come in tutte le carceri italiane. Basti considerare che con circa 4 euro al giorno lo stato provvede ai tre pasti giornalieri dei detenuti e con circa 70 centesimi al trattamento rieducativo e al reinserimento. La stragrande maggioranza – per non dire la totalità – dei detenuti nelle carceri italiane sono proprio i più bisognosi! Chi ha possibilità economiche e può avvalersi di avvocati valenti è fuori dal carcere: non è in attesa di giudizio o è agli arresti domiciliari! Noi li ascoltiamo, teniamo i rapporti con i loro familiari, con gli avvocati. Nel carcere di Rieti oltre il 60 per cento sono stranieri, quindi sono dentro per immigrazione clandestina o per consumo di droga. Non hanno colloqui, perché le loro famiglie sono essenzialmente all’estero o in giro per l’Italia. Noi teniamo i rapporti anche con le loro famiglie nei Paesi di provenienza, che sono tutti Paesi del Maghreb e dei Balcani. Quindi hanno necessità di prodotti igienici, di vestiario, di vicinanza, di amicizia, di accoglienza. Senza di noi l’amministrazione penitenziaria non sarebbe in grado di andare avanti.

D. – Esiste un problema di sovraffollamento?

R. – Non c’è sovraffollamento, perché dopo la decennale esperienza del carcere di Bollate, si è iniziata questa esperienza del carcere aperto. A Rieti c’è capienza sufficiente e quindi non si tratta di questo: i detenuti sono all’aperto otto ore al giorno, possono circolare liberamente nelle sezioni, possono cucinare da soli… Ma non essendoci risorse personali proprie c’è poco da cucinare!

D. – Di cosa avrebbero bisogno i detenuti?

R. – I detenuti hanno bisogno di dentifrici, spazzolini e tutti i prodotti igienici sia personali che per pulire le celle e gli ambienti che frequentano. E poi il vestiario: adesso, con il freddo, c’è necessità di tute, di maglioni, di biancheria intima. Rieti è una piccola città di 45 mila abitanti e non è facile reperire queste necessità.

D. – Come è possibile aiutarvi?

R. – Noi abbiamo la sede in via Paolo Borsellino, 96 a Rieti. Chi può dare o offrire, ci porti questi prodotti: ne abbiamo veramente bisogno! Noi abbiamo fatto questo appello, perché abbiamo bisogno ora e non domani o nei prossimi mesi. Ora abbiamo necessità! Ora! C’è crisi fuori e quindi non riusciamo a fare più la raccolta di queste cose. Non ci arrivano, neanche in questi giorni!







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