2013-12-06 15:31:10

"La penna di Pietro": 50 anni di comunicazione della Santa Sede nel libro di Angelo Scelzo


Cinquant’anni di comunicazione della Santa Sede, partendo dal Decreto conciliare Inter Mirifica per arrivare al web. Li racconta in “La penna di Pietro” Angelo Scelzo, vicedirettore della Sala Stampa vaticana. Il volume è stato presentato a Roma nell’Aula Magna dell’Università Lumsa, con l’intervento, tra gli altri, di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa e direttore generale della Radio Vaticana. Il servizio dell'inviato, Davide Maggiore:RealAudioMP3

“La penna di Pietro” è la storia di un cammino, di un’evoluzione della comunicazione che corre in parallelo con la consapevolezza, nella Chiesa, dell’importanza dei mass media nel diffondere la Fede e nel raccontare sé stessa al mondo. Il Concilio, i documenti vaticani sulla comunicazione inquadrati nel loro contesto sociale; eventi chiave come il Giubileo del 2000 e la morte, nel 2005, del beato Giovanni Paolo II; il pontificato di Benedetto XVI e i primi mesi di quello di Papa Francesco: sono queste le tappe ripercorse lungo le pagine del volume. Ma qual è il filo conduttore di questo cinquantennio? Risponde Angelo Scelzo:

Credo che il filo conduttore sia proprio l’Inter Mirifica attraverso i suoi successivi aggiornamenti, Communio et progressio e Aetatis Novae, che rappresentano un po’ la dorsale dottrinale - direi - della comunicazione della Chiesa. Questi documenti, ognuno nel proprio tempo, hanno previsto quello che poi è avvenuto: l’accoglienza che la Chiesa ha dato alle nuove tecnologie, l’ambiente multimediale che oggi domina anche tutti i mezzi della comunicazione vaticana”.

Su questo tema, l'opinione di Joaquin Navarro Valls, direttore della Sala Stampa della Santa Sede tra 1984 e 2006:

“La Chiesa, in questo caso più particolarmente la Santa Sede, è consapevole della ricchezza che ha: la ricchezza dei valori umani e cristiani che deve trasmettere al mondo. Allora, è chiaro che non può rimanere isolata di fronte ai fenomeni della comunicazione e alle tecniche di comunicazione che si sviluppano piano piano”.

In questo senso, Navarro-Valls ha ricordato l’immediato riconoscimento, da parte del Beato Giovanni Paolo II, delle potenzialità di Internet. Il “cambiamento radicale” introdotto dal web nelle logiche della comunicazione è stato anche al centro dell’intervento di padre Federico Lombardi, che si è soffermato sugli anni di Pontificato di Benedetto XVI, in cui questa evoluzione è stata più evidente. La sfida più importante per il futuro, ha inoltre spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, è quella di una “comunicazione non centralizzata”. La figura di papa Francesco e il suo approccio alla comunicazione sono stati un altro dei temi affrontati dai relatori. Dice a questo proposito ancora Angelo Scelzo:

“È una comunicazione immediata che salta quasi la mediazione dei mezzi, sia tradizionali che attuali ed è una straordinaria occasione per riflettere sui cambiamenti che sono avvenuti nella Chiesa nel campo nella comunicazione in questi cinquanta anni”.

Quella "sulla" Chiesa e "della" Chiesa è naturalmente una comunicazione che non può prescindere da un riferimento ai valori più alti. Mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali:

“Tutti noi siamo chiamati a sapere che l’annuncio è quello del Vangelo. Ma siamo chiamati anche a dare testimonianza di vita, dare testimonianza con la vita di ciò in cui noi crediamo, quindi i grandi valori umani e i grandi valori del Vangelo”.

Del rapporto tra Fede e comunicazione della Fede parla anche Joaquin Navarro-Valls:

“Come si può trasmettere la fede se non si ha la fede? Un poeta direbbe: 'Come posso parlare di amore ad altri se non so cos’è l’amore?'. Quindi, senza la fede non mi interesso di comunicarla. Però, se sono consapevole che ho la fede mi rendo conto che è parte della mia fede il dovere di comunicarla agli altri”.







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