"La penna di Pietro": 50 anni di comunicazione della Santa Sede nel libro di Angelo
Scelzo
Cinquant’anni di comunicazione della Santa Sede, partendo dal Decreto conciliare Inter
Mirifica per arrivare al web. Li racconta in “La penna di Pietro” Angelo Scelzo,
vicedirettore della Sala Stampa vaticana. Il volume è stato presentato a Roma nell’Aula
Magna dell’Università Lumsa, con l’intervento, tra gli altri, di padre Federico Lombardi,
direttore della Sala Stampa e direttore generale della Radio Vaticana. Il servizio
dell'inviato, Davide Maggiore:
“La penna di
Pietro” è la storia di un cammino, di un’evoluzione della comunicazione che corre
in parallelo con la consapevolezza, nella Chiesa, dell’importanza dei mass media nel
diffondere la Fede e nel raccontare sé stessa al mondo. Il Concilio, i documenti vaticani
sulla comunicazione inquadrati nel loro contesto sociale; eventi chiave come il Giubileo
del 2000 e la morte, nel 2005, del beato Giovanni Paolo II; il pontificato di Benedetto
XVI e i primi mesi di quello di Papa Francesco: sono queste le tappe ripercorse lungo
le pagine del volume. Ma qual è il filo conduttore di questo cinquantennio? Risponde
Angelo Scelzo:
Credo che il filo conduttore sia proprio l’Inter
Mirifica attraverso i suoi successivi aggiornamenti, Communio
et progressio e Aetatis Novae, che rappresentano un
po’ la dorsale dottrinale - direi - della comunicazione della Chiesa. Questi documenti,
ognuno nel proprio tempo, hanno previsto quello che poi è avvenuto: l’accoglienza
che la Chiesa ha dato alle nuove tecnologie, l’ambiente multimediale che oggi domina
anche tutti i mezzi della comunicazione vaticana”.
Su questo tema, l'opinione
di Joaquin Navarro Valls, direttore della Sala Stampa della Santa Sede tra
1984 e 2006:
“La Chiesa, in questo caso più particolarmente la Santa Sede,
è consapevole della ricchezza che ha: la ricchezza dei valori umani e cristiani che
deve trasmettere al mondo. Allora, è chiaro che non può rimanere isolata di fronte
ai fenomeni della comunicazione e alle tecniche di comunicazione che si sviluppano
piano piano”.
In questo senso, Navarro-Valls ha ricordato l’immediato
riconoscimento, da parte del Beato Giovanni Paolo II, delle potenzialità di Internet.
Il “cambiamento radicale” introdotto dal web nelle logiche della comunicazione è stato
anche al centro dell’intervento di padre Federico Lombardi, che si è soffermato sugli
anni di Pontificato di Benedetto XVI, in cui questa evoluzione è stata più evidente.
La sfida più importante per il futuro, ha inoltre spiegato il direttore della Sala
Stampa della Santa Sede, è quella di una “comunicazione non centralizzata”. La figura
di papa Francesco e il suo approccio alla comunicazione sono stati un altro dei temi
affrontati dai relatori. Dice a questo proposito ancora Angelo Scelzo:
“È
una comunicazione immediata che salta quasi la mediazione dei mezzi, sia tradizionali
che attuali ed è una straordinaria occasione per riflettere sui cambiamenti che sono
avvenuti nella Chiesa nel campo nella comunicazione in questi cinquanta anni”.
Quella
"sulla" Chiesa e "della" Chiesa è naturalmente una comunicazione che non può prescindere
da un riferimento ai valori più alti. Mons. Claudio Maria Celli, presidente
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali:
“Tutti noi siamo chiamati
a sapere che l’annuncio è quello del Vangelo. Ma siamo chiamati anche a dare testimonianza
di vita, dare testimonianza con la vita di ciò in cui noi crediamo, quindi i grandi
valori umani e i grandi valori del Vangelo”.
Del rapporto tra Fede e comunicazione
della Fede parla anche Joaquin Navarro-Valls:
“Come si può trasmettere la
fede se non si ha la fede? Un poeta direbbe: 'Come posso parlare di amore ad altri
se non so cos’è l’amore?'. Quindi, senza la fede non mi interesso di comunicarla.
Però, se sono consapevole che ho la fede mi rendo conto che è parte della mia fede
il dovere di comunicarla agli altri”.