Plenaria dei laici: trovare strade per il Vangelo negli ambienti digitali
La crisi antropologica dell’uomo contemporaneo, protagonista del web, e la questione
dell’evangelizzazione nei nuovi ambienti virtuali. Sono stati i due temi che hanno
caratterizzato questo giovedì mattina i lavori della 26.ma plenaria del Pontificio
Consiglio dei Laici, aperta oggi dal presidente del dicastero, il cardinale Stanislaw
Rylko. L’Assemblea è dedicata all’annuncio di Cristo nell’era digitale e sul tema
Stefano Leszczynski ha raccolto il commento di uno dei partecipanti, il brasiliano
Moyses Azevedo, fondatore della “Comunità Shalom”:
R. – Nel nostro
laicato c’è una riscoperta della forza del Battesimo, perché l’evangelizzazione non
è solo dei sacerdoti, dei vescovi. Tutti siamo responsabili dell’annuncio di Cristo
in questo tempo. In Brasile, c’è una grande fioritura di nuovi movimenti, nuove realtà,
nuove comunità, in maggioranza create da laici, che nelle loro realtà, nei loro lavori,
nelle loro famiglie, nelle grandi sfide rappresentate dai mezzi di comunicazione come
Internet e anche con i poveri possono dare una vera testimonianza della realtà del
Vangelo, della realtà di Cristo.
D. – Tutto questo impone una forte energia
nei rapporti umani. Come si concilia questa necessità di intensificare, di migliorare
i rapporti umani, le relazioni umane, con questa invasività sempre maggiore delle
nuove tecnologie del digitale?
R. – Principalmente, dobbiamo rafforzare la
comunità cristiana. Molte volte immaginiamo che l’evangelizzazione si possa fare attraverso
i mezzi tecnologici. Sì, i mezzi tecnologici sono fondamentali per arrivare all’uomo
di oggi, ma allo stesso tempo sappiamo che l’evangelizzazione è possibile solo da
persona a persona, attraverso il contatto reale. Dobbiamo, come Chiesa, entrare in
questo mondo, ma dobbiamo entrare in modo da essere lì presenti e allo stesso tempo
portare a presentare Cristo e portare ad un incontro personale.