2013-12-05 15:46:11

Perugia-Assisi per la pace: dalla marcia di un giorno a quella di tutti i giorni


Ripensare i nostri percorsi di pace di fronte a una crisi che si fa sempre più complessa e pesante. E’ l’obiettivo del seminario tenuto questo giovedì ad Assisi, dal titolo “Dalla marcia di un giorno alla marcia di tutti giorni”. Promosso dal Comitato che ogni anno organizza nella città di San Francesco una marcia per la Pace, i lavori si concentrano su come rendere la ricerca della pace un impegno quotidiano. Su questa difficile sfida, Cecilia Sabelli ha intervistato Flavio Lotti, coordinatore del Comitato:RealAudioMP3

R. – La pace non è un ideale al quale ci si può dedicare ogni tanto, la pace è un dramma per tutte quelle persone che non possono goderne i frutti. E noi, che viviamo ancora nella parte di mondo dove di queste cose si può riflettere e discutere, abbiamo la responsabilità di agire, anche per tutti quelli che non hanno la pace. Penso a quel miliardo e mezzo di persone che non hanno da mangiare, alle persone che sono intrappolate nelle guerre, alle suore di Malu'la, a padre Dall’Olio. Penso anche alle tantissime donne e uomini che in Afghanistan, come in Somalia, sono prigionieri di un mondo dove la pace è una parola vuota.

D. – Come ognuno di noi può lavorare per questa pace?

R. – E’ importantissimo promuovere l’educazione alla pace e ai diritti umani, che vuol dire anche promuovere il protagonismo dei giovani. Fare i conti con le scelte concrete che si possono fare nelle nostre città, per esempio lottando contro la povertà, la miseria, la disoccupazione. Cercare di riconoscere i diritti fondamentali delle persone che stanno accanto a noi, ma anche di quelle che stanno più lontane, perché non c’è più la distanza. Non possiamo più permetterci di dire: “Ma noi non lo sapevamo”. Infine, noi vogliamo che tutto questo sia messo in moto prima di arrivare, il prossimo 19 ottobre, a marciare ancora una volta da Perugia ad Assisi.

D. – Papa Francesco ha dedicato a questo tema anche parte della sua Esortazione apostolica e per la pace in Siria ha proposto una giornata di preghiera e digiuno. In che modo le sue iniziative stimolano la riflessione che state promuovendo?

R. – Papa Francesco, per credenti e non credenti, per milioni di persone di tutto il mondo, è diventato il faro, il punto di riferimento per tutti i costruttori di pace. La pace, ci dice Papa Francesco, innanzitutto è riscoprire la fraternità. Siamo fratelli e sorelle anche di coloro che sono all’altro capo del mondo. Noi abbiamo bisogno di nutrirci di queste idee. Anche l’ultima Esortazione di Papa Francesco è ricca di stimoli, che noi stiamo rielaborando in modo laico, in questo nostro seminario.

D. – Parlando di pace, il pensiero va a quanto sta accadendo in Siria e a Lampedusa. Saranno loro i protagonisti della marcia Perugia-Assisi del prossimo anno?

R. – Assolutamente sì. Noi saremo qui di nuovo, domenica prossima, insieme al sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che verrà ad accendere l’albero di Natale di Assisi. Insieme a loro, però, non vogliamo soltanto fare una dedica, noi vogliamo costruire delle politiche, dei fatti concreti, perché queste sono persone che hanno dei bisogni oggi. La nostra marcia per la pace, allora, è sicuramente una meta – il prossimo 19 ottobre dovremo essere in tanti – ma è anche uno strumento per lavorare, per cercare di vincere l’indifferenza che troppo spesso ci spinge a guardare queste cose e poi a girargli le spalle.







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