Bangladesh. La Chiesa dice basta a morti e violenze, i leader politici devono dialogare
"Non possiamo tollerare l'assassinio di persone innocenti. Il popolo vuole la pace.
I politici devono essere patriottici e responsabili: siedano insieme e inizino a dialogare".
È l'invito fatto attraverso l'agenzia AsiaNews da mons. Gervas Rozario, vescovo della
diocesi di Rajshahi, ai leader politici del Bangladesh, per porre fine alla crisi
e alle violenze in corso da mesi. Nelle ultime settimane 40 persone sono state uccise
nei disordini scatenati dai continui hartal (scioperi). Dall'inizio dell'anno, le
vittime sono 347 e il 95% di queste sono civili, che nulla avevano a che fare con
la politica. L'opposizione, capeggiata dal Bangladesh Nationalist Party (Bnp, partito
nazionalista), continua a chiedere al primo ministro Sheikh Hasina (Awami League,
partito laico e socialista) di sciogliere il suo esecutivo per permettere la creazione
di un caretaker government, governo provvisorio e apartitico che organizzi le elezioni
generali del 5 gennaio 2014. La premier ha rifiutato questa possibilità, e in tutta
risposta il Bnp ha invitato sostenitori e alleati a scendere in strada e a continuare
le proteste. Secondo mons. Rozario, bisogna sbloccare questa situazione di stallo
il prima possibile: "La popolazione non ha niente a che fare con la battaglia per
il potere che hanno ingaggiato governo e opposizione. Vuole la pace a tutti i costi
e il dialogo tra le parti è lo strumento migliore per ottenerla". (R.P.)