2013-12-03 12:28:28

Pakistan. Rawalpindi: a rischio chiusura ospedale cattolico che accoglie da 50 anni cristiani e musulmani


Dopo quasi 50 anni di attività all'insegna del motto "Dare speranza alla vita", il Centro ospedaliero di San Giuseppe a Rawalpindi - amministrato dalle Francescane missionarie di Maria, guidate da suor Margaret Walsh - è a rischio chiusura per mancanza di fondi. Per circa mezzo secolo le religiose hanno offerto il loro servizio e la loro opera con amore incondizionato a favore della popolazione, senza distinzioni di fede, etnia o condizione sociale. A testimonianza del valore del Centro e delle suore che lo hanno guidato, nel 2006 il governo pakistano ha assegnato il "riconoscimento di eccellenza" alle Francescane missionarie di Maria per la loro opera e l'impegno profuso. Fondata nel 1964 dal missionario cattolico inglese Francis O'Leary, il St Joseph Hospice ha garantito per decenni le migliori cure mediche ai poveri e ai portatori di handicap della città. Con più di cento posti letto, la struttura ha accolto i bisognosi dando assistenza gratuita e farmaci, prendendosi cura dei più deboli e offrendo formazione al personale. Il Centro è diventato nel tempo la casa di quanti venivano abbandonati persino dai propri cari, mostrando a tutti lo sguardo amorevole di Dio a prescindere dalla fede di appartenenza. Tuttavia, a causa dell'aumento dei costi e alla progressiva riduzione dei finanziamenti - effetto della crisi economica mondiale - il St. Joseph Hospice è a grave rischio chiusura. Intervistata dall'agenzia AsiaNews suor Margaret Walsh, con cuore colmo di tristezza, racconta che "la grande maggioranza dei pazienti in cura sono musulmani" e vengono "da noi perché sanno che possiamo dar loro ciò di cui hanno bisogno". La religiosa spiega di aver dato il meglio di sé in questi anni e "mi spezza il cuore" sapere che "pensano di chiuderci". Per questo invoca l'aiuto della gente, per "mantenere viva questa visione". Per i malati cronici e le persone nate con deformità, il Centro è una vera e propria casa. Ora, si chiede la religiosa, "dove andranno?". Esso operava in pieno spirito di carità cristiana e ora sta lottando per sopravvivere. Per questo nella prima domenica di Avvento, le chiese hanno lanciato un appello alla preghiera e alla raccolta fondi, per sostenere la struttura e garantirne il futuro della missione quale "segno di speranza". (R.P.)







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