Incendio a Prato. Giovannini: più risorse per le ispezioni
Stop simbolico in tutti i luoghi di lavoro toscani oggi alle ore 12 per ribadire un
no netto allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. E' l'iniziativa delle segreterie regionali
di Cgil, Cisl e Uil da attuare nel giorno in cui Prato ricorderà con il lutto cittadino
le sette vittime cinesi del rogo di domenica nella zona di Macrolotto. Il governo,
dal canto suo, fa sapere di voler alzare la guardia del controllo e del rispetto della
normativa e destinare nuove risorse alle ispezioni nella legge di stabilità. Il servizio
di Gabriella Ceraso:
In 2 anni
a Prato sono state controllate 1.571 imprese, la metà gestite da cinesi; oltre 1.700
le sanzioni comminate. “L'impegno del governo è attestato”, dice il titolare del Ministero
del lavoro nell’audizione alla Camera. Eppure, secondo Giovannini, il distretto resta
critico, come altre zone d’Italia, Napoli innanzitutto. Manca una programmazione del
controllo e soprattutto strumenti adeguati, lamentano oggi Inps e Inail che parlano
di tragedia annunciata. Si fanno sentire anche i sindacati tacciati da qualcuno di
inerzia. “Ogni volta che c'è un incidente, ogni volta che si muore per il lavoro,
per noi è una sconfitta”, sostiene la Cgil, “ma ciò non toglie nulla al nostro impegno
quotidiano”. Alessandro Fabbrizzi Segretario della Camera del Lavoro della
cittadina toscana:
“Non c’è assolutamente una sorta di indifferenza o di
quieto vivere e di passiva accettazione di questo fenomeno; tutt’altro. Ma ci vuole
la volontà istituzionale. Agendo in termini sanzionatori, ma agendo anche e soprattutto
nei confronti delle nuove generazioni sul piano dell’integrazione e dell’emersione,
sul piano di un percorso di legalità possibile”.
Domani è la giornata di
mobilitazione sindacale: lo stop del lavoro alle 12 e poi una marcia silenziosa in
serata:
“Non escludiamo nemmeno, alla fine di questo percorso, uno sciopero
generale della città, come non escludiamo una sorta di stati generali della legalità,
del lavoro, della difesa delle condizioni di lavoro e della vita”.
Intanto
le indagini proseguono: secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbe divampato
nella zona del capannone adibita a cucina o riposo, dunque potrebbe essere stata una
stufa mal funzionante ad innescarlo. La procura avrebbe in mente già due o tre indagati,
mentre risulta ancora irreperibile la titolare del capannone, una donna cinese di
40 anni, residente a Roma. Ultimo aggiornamento: 4 dicembre