Caritas di Roma: al via campagna di solidarietà per il 2014
È stato un concerto dell’orchestra di Ambrogio Sparagna, con la partecipazione di
Francesco De Gregori, a inaugurare ieri “La mia porta è sempre aperta”, la campagna
di sensibilizzazione e raccolta fondi della Caritas romana per il 2014. L’obiettivo
dell’iniziativa, organizzata in collaborazione con Roma Capitale, è quello di sostenere
le attività di accoglienza della Caritas capitolina attraverso molteplici proposte
culturali. Su questa campagna, che inizia proprio nel periodo d’Avvento, Antonella
Pilia ha intervistato mons.Enrico Feroci, direttore della Caritas
di Roma:
R. - Noi troviamo,
giorno dopo giorno, sempre più persone che vivono fuori casa, minori in difficoltà,
anziani, famiglie che cercano aiuto e bussano alla Caritas. Allora, abbiamo voluto
dire ai cristiani di Roma che il nostro essere solidali con i fratelli significa fondamentalmente
aprire la porta. Per chi può, aprire anche materialmente la propria casa. Laddove
questo non sia possibile, aiutare noi che siamo le mani della Chiesa di Roma, le mani
di ogni cristiano, per accogliere queste persone nelle strutture che la Caritas gestisce.
D.
- La raccolta fondi associata alla campagna è destinata al sostegno di 17 Centri di
assistenza della Caritas romana. Che tipo di aiuto offrono queste strutture?
R.
- Noi offriamo ogni anno, solo alle mense, quasi 370 mila pasti, quindi significa
più di mille pasti al giorno. Poi, abbiamo le case famiglia per donne con bambini.
In questo momento, i nostri operatori stanno aiutando una famiglia composta da due
giovani genitori che, con tre bambini, vivono dentro una macchina... Questa situazione
ci è stata segnalata da una persona che ha scritto al Papa. Il Santo Padre ne ha parlato
con l’elemosiniere e lui lo ha riferito a noi.
D. - L’inizio di questa campagna
coincide con l’ingresso nel tempo di Avvento. Quale riflessione propone a tale proposito?
R.
- Abbiamo inviato a tutte le parrocchie un sussidio, che quest’anno invita a essere
svegli, essere pronti a vedere nel volto dell’altro, del fratello, la presenza di
Cristo. Altrimenti, c’è il rischio che aspettiamo Natale, facciamo il presepe, andiamo
a Messa la domenica per incontrare Gesù e Gesù, che ci si è presentato giorno dopo
giorno nel volto dei nostri fratelli, non lo abbiamo visto. Anche nell’ultimo documento
che il Santo Padre ci ha consegnato, si parla proprio di questa comunità che deve
andare fuori, deve annunciare Cristo con i segni e con la testimonianza. Credo che
i gesti e le parole del Santo Padre abbiano toccato veramente il cuore degli uomini
perché vedo tanta gente generosa che, dietro il suo esempio, si mette a disposizione
e a servizio degli altri.
D. - Per l’Avvento, avete anche lanciato una proposta
di solidarietà alle parrocchie romane. Di cosa si stratta?
R. - Chiediamo la
possibilità di avere delle coperte perché non tutti - purtroppo - nella città di Roma
possono essere accolti all’interno delle strutture. Lo spazio è limitato: le nostre
strutture hanno circa 350 posti letto e, in questa città, circa 6-7 mila persone dormono
all’aperto.