Il Papa ai vescovi olandesi: su famiglia, matrimonio, fine vita, siate presenti nel
dibattito pubblico
La Chiesa e i fedeli in Olanda siano "presenti nel dibattito pubblico", in tutti gli
ambiti "nei quali è in causa l’uomo": in una società fortemente secolarizzata, potranno
così portare il loro contributo nelle "grandi questioni sociali riguardanti per esempio
la famiglia, il matrimonio, la fine della vita". Così Papa Francesco nel discorso
che ha consegnato ai vescovi olandesi, in visita ad Limina, in cui ha pure espresso
la propria compassione e la propria preghiera per le vittime di abusi sessuali. Il
servizio di Giada Aquilino:
In una società
fortemente segnata dalla secolarizzazione e in “circostanze spesso ardue”, non è facile
conservare la speranza. Ma il compito della Chiesa è quello del “bene umano” e dello
“sviluppo sociale”. Lo ha ricordato il Papa nel discorso ai vescovi dei Paesi Bassi.
Per i cristiani, ha proseguito, l’educazione delle coscienze diventa allora “prioritaria”,
“specialmente mediante la formazione del giudizio critico, pur avendo un approccio
positivo sulle realtà sociali: si eviterà così la superficialità dei giudizi e la
rassegnazione all’indifferenza”.
L’invito del Pontefice è dunque quello ad
“essere presenti nel dibattito pubblico”, in tutti gli ambiti “nei quali è in causa
l’uomo, per rendere visibile la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura”.
D’altra parte, ha aggiunto, “la Chiesa si espande non per proselitismo, ma per attrazione”.
Essa è quindi “inviata dappertutto per svegliare, risvegliare, mantenere la speranza”.
I fedeli d’Olanda vanno perciò incoraggiati “a cogliere le occasioni di dialogo, rendendosi
presenti nei luoghi in cui si decide il futuro”: in tal modo potranno “portare il
loro contributo nei dibattiti sulle grandi questioni sociali riguardanti per esempio
la famiglia, il matrimonio, la fine della vita”.
Affinché la Chiesa “con pazienza
materna” prosegua gli sforzi “per rispondere alle inquietudini di tanti uomini e donne
che sperimentano l’angoscia e lo scoraggiamento davanti al futuro”, è necessario -
ha proseguito il Santo Padre - che “cattolici, sacerdoti, persone consacrate, laici
acquisiscano una formazione solida e di qualità”, proponendo la fede in “maniera autentica,
comprensibile e pastorale”. “L’antropologia cristiana e la dottrina sociale della
Chiesa - ha aggiunto il Papa - fanno parte del patrimonio di esperienza e di umanità
su cui si fonda la civiltà europea ed esse possono aiutare a riaffermare concretamente
il primato dell’uomo sulla tecnica e sulle strutture”: e questo primato “presuppone
l’apertura alla trascendenza”. Se questa dimensione viene a mancare, “una cultura
si impoverisce, mentre essa dovrebbe mostrare la possibilità di collegare in costante
armonia fede e ragione, verità e libertà”.
In un Paese ricco “sotto tanti aspetti”,
ha notato il Pontefice, la povertà tocca un numero crescente di persone: “valorizzate
la generosità dei fedeli – ha esortato Papa Francesco - per portare la luce e la compassione
di Cristo nei luoghi dove l’aspettano e in particolare alle persone più emarginate”.
Un pensiero speciale è andato poi al futuro della Chiesa: “è urgente suscitare una
pastorale vocazionale vigorosa e attraente”, come pure la “riscoperta della preghiera”.
Un ruolo particolare spetta ai laici, che “vanno fortemente sostenuti”. Come pure
alla scuola cattolica, che “continuerà a favorire la formazione umana e spirituale,
col dialogo e la fraternità. Di qui pure la “necessità di avanzare sulla via dell’ecumenismo”
e un invito all’accoglienza, andando incontro anche “a quelli che non si avvicinano”.
Infine il Papa ha espresso la propria “compassione” e ha assicurato la propria
preghiera per ciascuna delle “persone vittime di abusi sessuali” e per le loro famiglie.
“Vi chiedo - ha concluso - di continuare a sostenerle nel loro doloroso cammino di
guarigione, intrapreso con coraggio”, nella prospettiva “di difendere e far crescere
l’unità in tutto e tra tutti”.