Mostra sulla cappella costruita nelle isole Orcadi durante la seconda guerra mondiale
La cappella Italiana delle Isole Orcadi - I prigionieri del “Campo 60”. Si intitola
così la rassegna storico-fotografica inaugurata ieri a Roma presso la sede dell'Unar
(Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio), la Casa delle Associazioni
Regionali. L'iniziativa ripercorre la storia della realizzazione della chiesa costruita
nel 1942 sull'isoletta di Lambholm, nell'arcipelago delle Orcadi, a nord della Scozia,
da circa 1.300 sodati italiani, catturati dall’esercito britannico in Nord Africa
e condotti prigionieri nel Mar del Nord per essere impiegati nella costruzione di
barriere antisottomarino. La struttura è stata realizzata utilizzando materiali di
riciclo e strumenti improvvisati e rappresenta un simbolo straordinario dell’ingegno
e della grande capacità artistica di quegli italiani, pur in condizioni di estremo
disagio, nonché testimonianza della loro fede profonda. All'inaugurazione della mostra,
organizzata dall'Associazione Romana della Ciociaria e curata da Gabriella Tamburello,
con la direzione artistica del professor Marco Bussagli, è intervenuto anche Coriolano
“Gino” Caprara, 93 anni, uno dei prigionieri ancora in vita. Fabio Chiocchetti ha
poi ricordato la figura del padre Domenico, altro prigioniero e artista dilettante
di Moena (Trento), scomparso nel 1999, al quale si deve la maggior parte delle decorazioni
interne della cappella. In questo piccolo scrigno d'arte, arrivano ogni anno oltre
100.000 visitatori, grazie all’opera di conservazione portata avanti da un apposito
comitato. (A cura di Federico Chiapolino)
Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 334