2013-11-30 15:17:16

Filippine: colletta Cei per le popolazioni colpite dal tifone


Non si arresta l’impegno della Chiesa a favore delle popolazioni delle Filippine, messe in ginocchio lo scorso 7 novembre dal super-tifone Haiyan. Raccogliendo l’accorato invito del Santo Padre, oggi, in tutte le parrocchie d’Italia, si terrà una colletta straordinaria, indetta dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Le offerte saranno devolute alla Caritas italiana presente nelle Filippine, ora impegnata nella fase di ricostruzione e di accompagnamento delle famiglie colpite dall’emergenza. Sull’iniziativa che permetterà di offrire un aiuto concreto e diretto alle vittime di questa catastrofe, Cecilia Sabelli ha intervistato Paolo Beccegato, vicedirettore e responsabile area Internazionale di Caritas italiana:RealAudioMP3

R. - Questa iniziativa è estremamente importante - in primo luogo - perché i media internazionali e anche quelli nazionali hanno in qualche modo fatto scendere nell’oblio questo grande disastro: probabilmente il più imponente nella storia come super tifone, come magnitudo e come danni che hanno colpito un intero Paese, soprattutto la parte centrale delle isole Visayas. Il problema non è stato risolto: si stima che più di 10 milioni di persone, in questo momento, abbiano bisogno di tutto. Ecco perché l’appello alla solidarietà di Papa Francesco e della Conferenza episcopale italiana giunge quanto mai opportuno, proprio per dare concretezza alle nostre intenzioni e al nostro sostegno quotidiano al fianco di queste popolazioni.

D. – Si affaccia una seconda fase, quella successiva alla catastrofe, della ricostruzione, che si annuncia molto impegnativa…

R. - Ci sono ancora milioni di persone che, avendo perso la casa, vivono in alloggi di fortuna, in centri comunitari; moltissimi sono ospitati nelle parrocchie, nelle strutture della Chiesa stessa. Quindi, da questo punto di vista, c’è bisogno di offrire loro cibo, l’acqua potabile, indumenti. Queste persone hanno perso tutto: hanno perso la casa, hanno perso i loro pochi averi. Poi non bisogna neanche trascurare i bisogni psicologici. Queste persone hanno spesso alle spalle delle vite spezzate: pensiamo a tutte le vittime, pensiamo a tutte le persone ferite, ai molti dispersi che rimangono. Spesso in queste situazioni si rischia di trascurare questi aspetti che evidentemente implicano per noi un’attenzione anche spirituale. Tutto questo non è risolvibile in poco tempo: quando si comincerà la ricostruzione, quando si faranno dei progetti anche di sviluppo, occorrerà sempre tenere presenti questi aspetti nel medio e lungo periodo. L’esperienza ci insegna che sarà un lavoro di anni e questo, appunto, è quello che ci accingiamo a fare.

D. - La colletta coincide anche con la prima domenica di Avvento: come questa raccolta si collega a questa data in cui si apre il nuovo anno liturgico?

R. - Direi proprio che l’incarnazione di Dio nella persona di Gesù e il nostro prepararci a questo sottolineano proprio i temi importantissimi della vicinanza, della fraternità, della famiglia umana, dei più piccoli, dei padri, delle madri… Il nostro prepararci al Natale quest’anno è veramente e estremamente collegato alla nostra solidarietà verso questa popolazione filippina, che è di grande dolcezza, mansuetudine… Li conosciamo molto bene i filippini, anche qui da noi, e nei vari Paesi del mondo dove emigrano con un atteggiamento di grandissima umiltà e di grandissima vicinanza - a loro volta - verso le altre popolazioni. Ecco perché si contestualizza molto bene questa iniziativa nei temi dell’Avvento e nelle nostre esperienze quotidiane e concrete con questa gente che, appunto, ci offre degli esempi davvero molto evangelici.







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