Donne e Africa: la testimonianza di suor Kidané, missionaria comboniana
Il ruolo della donna nella società e nella Chiesa è un tema a cui Papa Francesco ha
dedicato, in questi mesi, varie riflessioni. Tra le molte realtà ecclesiali in cui
le donne svolgono un servizio prezioso, vanno citate quelle dell’Africa. Qui, ricordava
già l’esortazione apostolica post sinodale Africae Munus, le donne sono pronte
“a difendere la dignità umana, la famiglia e i valori della religione” in situazioni
di grande difficoltà. Su questo punto si sofferma, nell’intervista di Davide Maggiore,
suorElisa Kidané, missionaria comboniana, e direttrice della rivista
ComboniFem:
R. – Noi sappiamo
benissimo in che situazione si trovi ad operare tantissime volte la Chiesa d’Africa:
in situazioni dove ci sono guerre, dove c’è una povertà incredibile e situazioni veramente
di grande sofferenza. Eppure chi mantiene accesa la fiamma della speranza è ancora
la donna: la religiosa che cerca di stare accanto alla popolazione che soffre e che
cerca di infondere speranza, mantenendo aperte scuole in situazione incredibili, proprio
per non fare perdere la speranza. La donna religiosa è, dunque, ancora quella speranza
che rimane accesa per i popoli che anelano la pace.
D. – Per quanto riguarda
invece le laiche, sappiamo quanto in Africa sia importante la cultura della maternità.
Qual è il ruolo delle donne africane nel salvaguardare la vita?
R. – La donna
d’Africa ha nel suo Dna la certezza di essere la custode della vita. L’Africa è la
culla dell’umanità. In qualche maniera, alla donna africana è stata trasmessa questa
grande missione, quella di essere custode della vita. Nella donna africana c’è la
convinzione che ogni vita sia un dono non solo per l’Africa, ma per l’umanità.
D.
– Cosa possono dare le Chiese d’Africa alla rinnovata riflessione, anche teologica,
sulle donne, auspicata da Papa Francesco recentemente?
R. – Quello che i vescovi
stessi, durante il Sinodo dell’Africa, hanno detto: le donne d’Africa sono la colonna
vertebrale della Chiesa e della società. Quindi, io penso che continueranno, anzi
verranno in qualche maniera rafforzate nella loro missione da Francesco. E le donne
d’Africa, che sono piene di umanità, riusciranno ad essere davvero quello che il Papa
auspica per questa nostra Chiesa. L’esempio da cui imparare è quello del non abbattersi,
della tenacia, della determinazione di portare avanti questo Regno di Dio. Ecco, loro
lo fanno ogni giorno.
D. – Un esempio che può valere anche per le Chiese del
Nord del mondo, che spesso si confrontano con la perdita della fede...
R. –
Ad aiutare la Chiesa d’Africa c’è il fatto che i popoli d’Africa hanno un rapporto
con la natura, con quello che li circonda, bellissimo. Sanno che, comunque, tutto
riporta ad un unico Signore della storia. Non è una cosa che devono imparare sui banchi
di scuola, ma fa parte della vita. Questo concetto della presenza di Dio, penso sarà
veramente un esempio per le Chiese europee, che in qualche maniera si stanno ‘materializzando’
troppo, perdendo questo contatto invece con quello che è il Dio presente in tutte
le cose, in tutte le persone, in tutti gli avvenimenti.