Pena di morte: 1600 città nel mondo dicono no, illuminato il Colosseo
La pena di morte non rende più sicuro il mondo. Lo ha ribadito il presidente del Senato,
Piero Grasso, intervenuto a Roma all’ottavo Congresso internazionale dei ministri
della Giustizia, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Questo sabato, oltre 1600
città in tutto il mondo aderiscono all’appello della Comunità contro le esecuzioni
capitali, un fenomeno che, almeno sulla carta, riguarda ancora 58 Paesi. Il servizio
di Alessandro Guarasci:
La Comunità
di Sant’Egidio torna a mobilitarsi contro la pena di morte. Questo venerdì a Roma
sono intervenuti, in un convegno, ministri della Giustizia ed esponenti dei governi
di 23 Paesi. Questo sabato, 1600 città organizzeranno manifestazioni su questo tema
per quella che sarà la giornata internazionale “Cities for Lifes, Cities Against Death
Penalty”. E il Colosseo nel pomeriggio di sabato sarà illuminato: il monumento è infatti
diventato simbolo della lotta alle esecuzioni capitali. Il presidente del Senato,
Piero Grasso:
"La pena di morte non rende più sicura la nostra società,
non rende migliore il mondo: la violenza genera altra violenza. Dobbiamo saperci opporre
con fermezza ad ogni deriva del diritto e dei principi dello Stato di diritto, in
nome dello stato di necessità".
Oggi nel mondo solo un Paese su dieci esegue
condanne a morte; nel 2012 ci sono state commutazioni di pena o grazie in 27 Paesi
del mondo. La riflessione di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di
Sant’Egidio:
"Ma non bisogna mai abbassare la guardia, ed è il motivo di
questo ottavo Convegno al Ministero della giustizia promosso dalla Comunità di Sant'Egidio,
perché ci sono sempre nuove spinte a che la pena di morte non solo non venga abolita,
ma anche reintrodotta in alcuni Paesi".