2013-11-29 20:19:41

Disoccupazione giovanile record. Mons: Bregantini: la politica sia più seria. Basta rigore


Allarme lavoro in Italia. Secondo l’Istat è record disoccupazione giovanile: si attesta al 41,2%. Cresce anche il numero di chi non cerca un lavoro perché sa di non poterlo trovare. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Mai così male dal 1977. Il tasso di disoccupazione giovanile tsi attesta al 41,2%. Lo rileva l’Istat. Ad ottobre resta invariato rispetto al mese precedente il tasso generale: 12,5%. Il numero dei senza lavoro è di 3 milioni e 189 mila; un milione di questi sono giovani tra i 18 e 29 anni, vale a dire che un disoccupato su tre ha meno di 30 anni. Emergenza altrettanto grave è che la crisi oltre al lavoro ai giovani sembra aver tolto anche la speranza : aumenta infatti il numero degli scoraggiati: coloro che non cercano più un impiego perche' ritengono di non trovarlo salgono a 1 milione 901 mila. “Dati negativi, ma non sorprendenti" per il ministro del Lavoro Giovannini che evidenzia: “sarebbero stati peggiori senza gli interventi del Governo che hanno prodotto 15mila nuovi posti di lavoro per i giovani e 12mila per le donne". Sarcastico il leader di Confindustria Squinzi che commenta: "Giovannini è ottimista? Beato lui".

Ma come rispondere all’emergenza disoccupazione in Italia? Paolo Ondarza lo ha chiesto a mons. Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro: RealAudioMP3
R. - Io suggerirei, con un cuore da pastore, tre risposte: la prima è che la politica diventi molto più seria, abbandoni tante questioni nominalistiche, prenda atto che la casa brucia e che quindi bisogna stare compatti; la seconda è quella di valutare quali formule di ingresso nel mondo del lavoro sono possibili e pensabili. Un’emergenza come questa non ci chiede forse di lavorare meno per lavorare tutti? Per esempio, perché non provare a dire: ”Lavoriamo sei ore”, in modo tale che anche una fetta di ragazzi possano entrare in gioco.

D. - Colpisce anche un altro dato altrettanto allarmante: aumenta il numero degli scoraggiati, coloro che non cercano più il lavoro perché ritengono di non trovarlo …

R. - Se tutti noi rinunciamo a qualcosa e facciamo entrare un po’ di più la gente, diremo: “lavorare meno per lavorare tutti”, quell’ingresso dei nuovi alla fine rialzerà l’economia perché sarà gente che avendo un salario potrà comprare. E questo è il terzo elemento, cioè basta con la politica del rigore! Qui ci vuole una politica di promozione. Da vescovo dico: un cuore di empatia, frutto anche dell’ultima Esortazione del Papa, è un cuore di condivisione quando dice che la fede non può mai disgiungersi dai poveri. Oggi, il lebbroso di frate Francesco è colui che non ha il lavoro; il 40 percento.







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