Crisi politica in Thailandia. Respinta la chiamata al dialogo della premier Shinawatra
Quinta giornata di manifestazioni anti-governative a Bangkok e in altre località della
Thailandia. Respinta la chiamata al dialogo della premier Yingluck Shinawatra, i leader
della protesta si dicono convinti della prossima vittoria. Stefano Vecchia:
In una capitale
e un Paese sempre più polarizzati tra filo e antigovernativi, soprattutto dopo l'adesione
di ieri alla protesta del partito dei Democratici, principale movimento d'opposizione
parlamentare, cresce la possibilità di uno scontro diretto tra i rispettivi sostenitori.
Ieri il primo episodio nella provincia di Pathum Thani, limitrofa a Bangkok. Con tre
feriti. Oggi due attentati incendiari contro proprietà di leader della protesa. Ad
alzare il rischio, un corteo che si dirigerà vero la sede del Puea Thai, partito di
governo che l'opposizione considera legato a filo doppio all'ex premier Thaksin Shinawatra,
la cui influenza sul paese è al centro delle richieste di fine dell'esecutivo guidato
dalla sorella e di sradicamento della sua influenza. Una iniziativa che porta gli
anti-governativi molto vicini allo stadio Rajamangala dove da quasi una settimana
si trovano migliaia di Camicie Rosse, filo-governative e pro-Thaksin, che hanno chiamato
i loro compagni a convergere domani su Bangkok dalle roccaforti nelle provincie del
Nord e dell'Est. Dopo il passaggio indenne, ieri, dal dibattito parlamentare sulla
sfiducia nei suoi confronti, la premier Yingluck Shinawatra ha chiesto ai manifestanti
di sospendere le loro azioni e di avviare un dialogo, escludendo però le dimissioni.
Proposte non accettate dai responsabili della protesta che anche oggi porterà in luoghi
simbolo della capitale le sue iniziative, finora nonviolente. Ora anche con il sostegno
formale dell'opposizione politica, il movimento è ancora più legittimato a proseguire.
Né la legge d'emergenza in vigore, né i mandati di cattura sembrano impensierire Suthep
Thaugsuban e i leader delle manifestazioni che hanno espresso la volontà di chiudere
la partita con il governo e porre le basi per un nuovo sistema politico-istituzionale
entro il fine settimana. Da parte sua, l'esecutivo smorza i toni e comunica a stampa
e diplomazie straniere che la situazione è sotto controllo, con proteste limitate
nella capitale e in alcune altre località.