Convegno su Osce e libertà religiosa. Giovanelli: seguire la via del dialogo
Libertà di coscienza, intolleranza e discriminazione: la condizione dei cristiani
nei Paesi dell'Osce – l’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa.
Su questo tema si sono confrontati esponenti del mondo accademico, diplomatico e della
Santa Sede presso l’Università Pontificia di San Tomaso d’Aquino. L’evento è stato
organizzato dall’Ateneo pontificio, dall’ambasciata Ucraina presso la Santa Sede e
dalla presidenza di turno dell'Osce. Tra i relatori anche la dott.ssa Flaminia
Giovanelli, sotto-segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Stefano
Leszczynski la ha intervistata:
R. – Come scriveva
Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2011, che trattava
proprio della libertà religiosa: ci sono due modi in cui la libertà religiosa oggi
è violata. Uno è quando la vita è in pericolo: ci sono gli attentati contro le chiese
in Egitto, in Iraq … Però, c’è anche quest’altro modo di attentare alla libertà religiosa,
più subdolo – dice il Papa – subdolo e sofisticato, quando non si dà lo stesso diritto
di cittadinanza ad un credente. Ma ci sono anche violazioni sul posto di lavoro, e
sono le più gravi di tutte, per non parlare poi dei casi più gravi quando c’è proprio
la violazione dell’obiezione di coscienza. Sappiamo i problemi che incontrano i ginecologi
cattolici in tanti Paesi occidentali...
D. – Lei ha citato Benedetto XVI. Di
recente, anche Papa Francesco ha invitato spesso al dialogo, un po’ come antidoto
alla discriminazione religiosa …
R. – Certamente, non c’è altro da seguire
che la via del dialogo. Papa Francesco, nella sua Esortazione apostolica, tocca proprio
questo punto laddove parla della libertà religiosa; senza dire che poi è ritornato
su questo tema durante gli Angelus domenicali. Certamente, non c’è che la via del
dialogo da seguire...