2013-11-28 09:20:23

Grecia. Caritas Atene: "non basta cibo, serve anche rispetto per le persone"


Il 40% delle famiglie greche ha al suo interno un disoccupato, l’11% ben due. Molti nuclei vivono con la pensione di un anziano che tengono in casa. Quattro famiglie su dieci non pagano le bollette alla scadenza e il 60,8% non paga le tasse nei termini dovuti. Il 70% ha deciso di tagliare le spese anche di cibo, l’83,2% quelle del riscaldamento. Comprare scarpe e abiti o andare al cinema viene ritenuto un lusso dal 90% delle famiglie greche. Sono i numeri della crisi greca forniti da Caritas Grecia attiva per aiutare le famiglie più colpite. La Caritas nazionale - riferisce l'agenzia Sir - coordina l’azione di diocesi e parrocchie, soprattutto di Atene dove vive poco meno della metà della popolazione greca che conta oltre 11 milioni di abitanti. Nel Centro rifugiati di Caritas Atene, spiega l’assistente sociale Panegiotas Siafaka, “ogni giorno serviamo circa 300 pasti. Lo scorso anno abbiamo dato un piatto caldo a oltre 76mila persone”. Tra loro molti greci. Siafaka sa che dare un pasto non fornisce risposte definitive alla povertà delle persone né tantomeno alla crisi in atto ma “cerchiamo di rispondere concretamente a un bisogno forte delle persone di essere accolte, amate, trattate con rispetto, senza distinzione di lingua, religione, razza, etnia. Non importa se sei greco, nigeriano, albanese, polacco, filippino, afgano, il diritto alla vita, alla dignità è inalienabile”. Uno stile di accoglienza e di servizio che si ritrova anche nelle singole parrocchie della capitale greca. Don Alékos Psaltis è il parroco di Santa Teresa del Bambino Gesù, nel quartiere Kypséli, non lontano dal centro città, che negli ultimi anni è andato degradandosi e oggi è abitato da pensionati e da immigrati. “Molti migranti - rivela - portano viveri, tanti panifici ci offrono pagnotte in avanzo da donare a chi ha bisogno. Un circolo virtuoso di solidarietà che si alimenta giornalmente”. I problemi non mancano, riconosce il parroco: “Sono frequenti in chiesa i furti di candele che servono a illuminare le abitazioni private. Cresce tra i greci il numero di coloro che hanno perso il lavoro e che traggono beneficio da un pacco viveri, da un pasto della mensa e, persino, da una candela. Ho trovato persone che hanno dormito di nascosto in chiesa”. La generosità è diffusa, nonostante la crisi galoppante. Domenica scorsa, racconta il padre cappuccino Giulio Gramegna, parroco a san Francesco nel quartiere di “Aghioi Anarghiri”, zona periferica nordoccidentale di Atene, “abbiamo raccolto 500 euro per le Filippine. In chiesa c’erano circa 250 fedeli, greci, rumeni e albanesi. Molti di loro, un tempo occupati nel settore edile oggi fermo per la crisi, hanno percorso 60 km per venire a Messa. C’è bisogno di fede per portare il proprio carico di sofferenza”. (R.P.)







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