2013-11-27 15:56:44

Germania: dopo due mesi di trattative, sì alla "grande coalizione" tra Cdu e Spd


Un passo nella giusta direzione. E’ stato il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel alla fine della maratona notturna che ha condotto all’accordo di “Grosse Koalition”, di larghe intese, tra il suo partito, la Cdu, i suoi alleati bavaresi della Csu, e i socialdemocratici della Spd, guidati da Sigmar Gabriel. Un’intesa arrivata due mesi dopo le legislative che avevano segnato una forte vittoria della Merkel, ma non la sua maggioranza assoluta. Per avere un governo i tedeschi dovranno ora aspettare il referendum ai primi di dicembre della base socialdemocratica, oltre 470mila iscritti. In caso di luce verde, entro Natale potrebbe esserci il nuovo esecutivo. Soddisfazione è stata espressa da Sigmar Gabriel, della Spd, e dalla stessa Merkel ieri in conferenza stampa. Francesca Sabatinelli ha intervistato Giovanni Di Lorenzo, direttore del settimanale tedesco Die Zeit:RealAudioMP3

R. – Dopo più di 50 giorni di trattative, che per la Germania è un periodo molto lungo, ci mancherebbe altro che non si dimostrassero soddisfatti, dopo questa maratona di discussioni. Adesso, però, tutta la Germania è ostaggio della base del partito socialdemocratico, che andrà a votare il consenso per questa grande coalizione, che voi chiamate coalizione di larghe intese. Questo si prolungherà fino al 14 dicembre. E’ una cosa abbastanza singolare che la quarta potenza mondiale ora debba aspettare più di due settimane, finché i socialdemocratici non metteranno in piedi questo referendum.

D. – Il leader dei socialdemocratici, Gabriel, si dice positivo circa quella che sarà la scelta della base del Spd. Lei ritiene che questo ottimismo sia giustificato?

D. – Adesso dobbiamo vedere come saranno le interpretazioni che vengono anche dal partito e dai media, se la base darà il consenso o no. Diciamo che due cose molto importanti per il popolo socialdemocratico sono state realizzate. La prima cosa è che ci sarà un salario minimo garantito (fissato a 8,50 euro l’ora a partire dal 2015 n.d.r.) e la seconda è che dopo aver pagato contributi per 45 anni, si potrà andare in pensione senza avere svantaggi economici. Bisogna ammettere che questo contratto, che ha più di 200 pagine, ha molto del programma socialdemocratico.

D. – Il fatto che dalla Merkel sia stato conquistato il non aumento della tassazione dei redditi più ricchi come può essere interpretato?

R. – Il partito socialdemocratico ha fatto il grande errore nella campagna elettorale di puntare molto, soprattutto all’inizio, su questo punto. Ora, certamente, molti glielo rimprovereranno: “Come mai ci non siete riusciti?”. Questa, dall’altra parte, è stata la grande conquista del partito cristianodemocratico: averla fatta franca su questo. Il partito socialdemocratico, comunque, ha perso le elezioni anche perché la gente non si è fidata che questa tassazione avrebbe colpito soltanto quelli che hanno veramente i redditi molto alti.

D. – Un suo giudizio: che governo uscirà dopo il 14 dicembre?

R. – Intanto dico che la novità per la Germania è che non sappiamo ancora chi! Quale partito e, soprattutto, quale persona avrà quale ministero. Questa è una cosa nuova, soprattutto per non irritare la base, per non dare il pretesto che la gente dica: “Ah, è una coalizione dove tutti pensano solo alle loro poltrone”. Io penso che potrebbe essere anche una coalizione a breve termine. Questo per l’Italia sarebbe normale, ma per la Germania non lo è, in quanto sia i cristianodemocratici sia i socialdemocratici, forse, tra qualche anno avranno un’altra opzione.

D. – In che senso?

R. – Una maggioranza numerica dei tre partiti di sinistra c’è già adesso in Parlamento. I socialdemocratici, insieme ai verdi e al partito di sinistra riuscirebbero ad avere la maggioranza, anche se è una maggioranza molto fragile; e i cristianodemocratici, penso che se in questo momento ci fossero elezioni nuove, anticipate, avrebbero ancora più consenso di quello che hanno avuto il 22 settembre scorso.

D. – Il premier italiano si è congratulato per questo accordo e ha formulato un auspicio: che questa coalizione converga sull’europeismo, cioè che si rafforzi la tesi europeista dell’Unione. E’ una speranza solida quella di Letta?

R. – Sì, quando oggi la cancelliera ha iniziato la sua conferenza stampa sull’accordo raggiunto, la seconda cosa che ha detto è stata che meta comune è quella di rafforzare i rapporti all’interno dell’Unione Europea e che la cosa più importante per questa Unione è la stabilità dell’euro. Sicché è stato un chiaro segnale anche a tutti i vicini e agli altri Paesi europei: “Contate su di noi”.

Ultimo aggiornamento: 28 novembre







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