2013-11-27 12:55:53

Filippine: i morti del tifone Haiyan saliti a 5.500. Iniziata la ricostruzione


I dati aggiornati diffusi ieri dal Consiglio nazionale per la gestione e la riduzione del rischio nei disastri segnalano un ulteriore aumento nel numero delle vittime di Haiyan. Sono 5.500 i morti ufficiali, ma salgono drasticamente i feriti a 26.136 e i dispersi, oggi a 1.757. La maggior parte delle nuove vittime, come le precedenti, sono state ritrovate sulle isole di Leyte e di Samar, nella sfortunata municipalità di Tacloban (207), ma anche altrove (67). Il super-tifone Haiyan (Yolanda per la classificazione locale) ha colpito le regioni centali delle Filippine l’8 novembre, lasciando una scia di devastazione senza precedenti. L’azione prevista della pioggia e del vento e quella invece sottovalutata delle onde sollevate da raffiche superiori ai 300 chilometri orari hanno devastato in particolare le isole di Leyte e Samar. Hanno tuttavia portato pesanti conseguenze anche su quelle di Bohol, Cebu, Iloilo, Bantayan, Negros già devastate in parte dal terremoto del 15 ottobre. I servizi di prevenzione hanno funzionato relativamente bene, data la situazione, promuovendo l’evacuazione di oltre 700.000 abitanti dalle aree più esposte, ma in troppi hanno preferito restare vicini alle proprie cose. Secondo le valutazioni ufficiali, nove milioni di abitanti sono stati interessati dall’evento (13 milioni per le Nazioni Unite) e oltre quattro milioni sono rimasti senzatetto. Quasi 400.000 quelli ospitati nei Centri di raccolta. 650.000 le abitazioni inagibili o distrutte. I danni potrebbero superare i 4,5 miliardi di euro, ma le conseguenze su comunità locali, agricoltura e pesca nazionali dureranno a lungo, con ricadute anche economiche e occupazionali. Mentre inizia un limitato rientro della popolazione nelle sedi abituali in concomitanza con riapartura di strade, porti e aeroporti e la riattivazione delle linee elettriche e telefoniche, il Paese fa i conti con i propri limiti di strutture e fondi, ma anche con le difficoltà e potenzialità della ricostruzione. L’arrivo massiccio di soccorsi nell’emergenza, che per giorni ha costituito un incubo logistico dato il blocco delle comunicazioni e delle infrastrutture essenziali, sta infatti gradualmente sfumando verso la fase di riabilitazione e di ricostruzione. Una situazione anch’essa nuova come dimensioni che metterà alla prova non tanto la risposta globale, che è stata massiccia, quanto le capacità d gestione e l’onestà delle autorità e delle strutture governative, ora sotto lo sguardo attento della comunità mondiale. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 28 novembre







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