2013-11-27 15:21:34

Emergenza freddo: Sant'Egidio apre spazi di accoglienza ai senza dimora


Neve, gelate e bufere di vento si sono abbattute in queste ore, come un flagello, su diverse regioni nel nord e nel centro-sud dell’Italia. Si tratta della prima grande ondata di freddo di un inverno che si annuncia durissimo per chi si trova sprovvisto di una fissa dimora. Sulla situazione drammatica di quanti in queste notti di gelo hanno dormito all’aperto, sui cartoni o su materassi di fortuna, Cecilia Sabelli ha intervistato Augusto D’Angelo, della Comunità di Sant’Egidio:RealAudioMP3

R. - La situazione in questo momento è naturalmente molto dura, perché negli ultimi anni c’è stato un impoverimento generale in Italia. Questo significa che il popolo della strada è aumentato. Le difficoltà sono tante. A livello italiano, abbiamo rafforzato le visite nelle stazioni e nei luoghi dove i senza fissa dimora vivono portando pasti, cose calde da bere, coperte. A Roma, abbiamo aperto un luogo che per il momento accoglierà 12 persone che vivono per strada e che si trovano in situazioni precarie di salute e di età. Il che vuol dire concretamente salvare alcune persone dalla possibilità di morire di freddo.

D. - A volte, l’ospitalità è anche la prima tappa di un percorso di reinserimento che evita il ritorno di queste persone sulla strada…

R. - Devo dire che i risultati degli anni scorsi sono stati molto incoraggianti. Lavorando sulla salute, sulla ricerca del lavoro, sulle dipendenze da alcol e altro, più dell’80% delle persone che abbiamo accolto con la primavera hanno poi visto risorgere la vita e non sono più tornate in strada. Ciò, a mio giudizio, significa soprattutto che questo problema va affrontato non con la logica dell’emergenza, ma con la logica di un progetto a lunga scadenza. Anche perché spendere dei soldi soltanto per far dormire al caldo delle persone è un’ottima cosa, ma se si accompagna a questo un percorso di recupero, naturalmente l’anno successivo questi soldi possono essere destinati ad altre persone o ad altre cose.

D. - Il freddo può essere letale per i senza dimora, la cui salute è già indebolita dalle condizioni precarie a cui costringe la vita di strada. Quale contributo può offrire un cittadino comune?

R. - Intanto, c’è un modello istituzionale. Dal 25 novembre, è attivo un numero verde che si può trovare su Internet e che collega alla Sala operativa del Comune di Roma. Qualsiasi cittadino che incontrasse una persona in difficoltà, può chiamare questo numero per richiedere l’intervento di alcune unità operative che possono trovare loro dove dormire. Per tutti gli altri, invece, il consiglio è questo: al momento dei cambi di stagione, si può pensare di rinunciare a una coperta, a un cappotto o a qualche altra cosa, e recarsi nei diversi centri romani del volontariato dedicato alla raccolta per lasciare queste cose. Per quello che riguarda la Comunità di Sant’Egidio, un centro si trova in Via del Porto Fluviale 2 ed è aperto tutti i sabati pomeriggio proprio per raccogliere tutte le cose che i romani volessero donare.







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