Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso: intervista con il
card. Tauran
Si sta svolgendo in Vaticano la plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
sul tema “Membri di differenti tradizioni religiose nella società civile”. Ha aperto
la riunione il card. Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero. Jean-Baptiste
Cocagne ha chiesto al porporato quali siano le sfide per le religioni nella società
attuale:
R. - En Europe
surtout on a l’impression que la religion est un problème …. Soprattutto in Europa
si ha l’impressione che la religione sia un problema. Le religioni sono delle ricchezze!
Quando i credenti si mettono insieme sono fermento nella società e spesso - come ho
detto nel mio intervento di apertura - le religioni costituiscono degli spazi di ascolto
e di condivisione da cui tutta la società trae benefici: insegnano il rispetto della
persona umana, il rispetto dei diritti fondamentali, l’attenzione al Creato e all’ecologia.
Contribuiscono, inoltre, anche alla coesione sociale in un Paese. Quindi direi che
le religioni sono un fattore del progresso umano.
D. - C’è anche un rapporto
che analizza le attività dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso degli
ultimi cinque anni. Quali sono stati gli eventi più importanti di questo periodo?
R.
- Ces cinq dernières années ont été surtout … Questi ultimi cinque anni sono stati
soprattutto di presa di contatto con la realtà. Ho viaggiato molto, ho incontrato
le persone sul posto, e personalmente sono rimasto molto colpito dalla visita in Pakistan,
dove c’è l’ammirevole comunità cristiana composta da fedeli che vanno a Messa e che
non sanno neanche se faranno poi ritorno a casa… Credo siano un esempio per tutta
la Chiesa.
D. - C’è un Paese in particolare, l’Iraq, dove le violenze interreligiose
tra sunniti e sciiti sono riprese. In questo quadro troviamo anche i cristiani d’Oriente
… Avete affrontato il delicato tema dell’Iraq, qual è la vostra visione su questo
Paese?
R . - Nous avons récemment mis en place ... Recentemente abbiamo
creato una struttura di dialogo con i musulmani del Paese. Penso che i cristiani siano
molto coraggiosi; il patriarca, in particolare, sa che i cristiani del Medio Oriente
hanno una missione, una vocazione: testimoniare nella terra in cui Dio si è rivelato,
perché ovviamente per noi questi luoghi non sono solamente dei monumenti, ma dietro
questi monumenti ci sono comunità umane, con le loro ricchezze, il loro patrimonio,
il loro folklore e artigianato: è per questo che vanno salvaguardate!